Il tema del ritorno è da qualche tempo cruciale nella vita di Antonio Negri: il ritorno in Italia dopo quattordici anni di esilio in Francia, il ritorno in prigione dopo quattordici anni di libertà, e anche il ritorno sulla scena politica e culturale dopo la pubblicazione di "Impero", il libro scritto con Michael Hardt che è diventato uno dei testi di riferimento del movimento di opposizione al nuovo ordine mondiale. Attorno al tema del ritorno, e sollecitato dalle domande della psicoanalista francese Anne Dufourmantelle, Antonio Negri racconta la sua vita: allinea libere associazioni di idee suscitate da parole come Avvenire, Brigate Rosse, Fascismo, Globalizzazione, Innocenza, Oppressione, Twin Towers, a cui aggiunge una riflessione sulla guerra imposta dall'attualità degli ultimi mesi. Questa insolita autobiografia racchiude l'orgogliosa rivendicazione di un passato, la condanna del terrorismo ma prima ancora della violenza del potere politico ed economico, la convinta adesione alle ragioni dei movimenti di contestazione sociale del 1968 e del 1977, vere 'rivoluzioni tradite' da una sinistra istituzionale che aveva scelto la strada del compromesso storico con il potere costituito. Come sempre, le parole di Negri non sono parole facili, non cercano l'approvazione a tutti i costi del lettore, non hanno paura delle polemiche. Ma ci consentiranno di capire meglio un passato che non è ancora passato, e un futuro - il futuro nell'"Impero" - segnato dal "riapparire della speranza di trasformare il mondo e noi stessi".