ADDIO
ROBERTO CALASSO
Ci lascia un grande maestro di cultura e scrittore pieno di talento: Roberto Calasso, classe 1941, scomparso stanotte poco dopo aver compiuto 80 anni.
Ironia del destino, proprio oggi, escono in libreria i suoi ultimi titioli Bobi e Memé Scianca. Nel primo libro Roberto Calasso racconta la figura di Bobi Bazlen, fondatore di Adelphi, e nel secondo troviamo i ricordi di infanzia della sua amata Firenze, la città dove era nato.
Una vita dedicata alle parole, ai libri, allo studio. Fondatore e direttore della casa editrice insieme a Roberto Bazlen, detto Bobi e Luciano Foà. Nel 1990 ne diventa consigliere delegato e nel 1999 assume la carica di Presidente.
Scittore e traduttore di opere come Ecce homo di Nietzsche (1969) e Aforismi di Zürau di Franz Kafka (2004).
Scrisse libri molto complessi, fuori dai canoni e con tantissimi riferimenti letterari: Le nozze di Cadmo e Armonia che parte dai miti greci, K., sull’opera di Franz Kafka, e La Folie Baudelaire dove si racconta la storia, discontinua e frastagliata, di come "la Folie Baudelaire" venne a formarsi e di come altri si avventurassero a esplorare quelle regioni. Un storia fatta di storie che tendono a intrecciarsi, e per alcuni decenni ebbero come sfondo le stesse strade di Parigi.
Scrisse anche libri di più facile approccio come L’impronta dell’editore del 2013 che racconta una parte della storia di Adelphi oppure Come ordinare una biblioteca.
Scrittore stimato in Italia e all’estero. Nel 2008, Roberto Calasso riceve a Parigi la Legion d’onore. Nel 2010 vince il premio Cesare Angelini per l’opera L’ardore (Adelphi), il Premio Gogol 2011, il 26° Prix Chateaubriand (2012) per La folie Baudelaire (Gallimard): è la prima volta che il premio viene assegnato a uno scrittore non di lingua francese.
Vogliamo chiudere questo omaggio citando proprio le sue parole “Un buon editore è quello che pubblica circa un decimo dei libri che vorrebbe e forse dovrebbe pubblicare”
Buon viaggio!
Bobi
Di Roberto Bazlen, universalmente noto come Bobi, non poco è stato scritto, ma il più rimane da dire e capire. Bazlen attraversò la prima parte del Novecento come un profilo di luce imprendibile. Nell’ultima fase della sua vita, fu l’ideatore di Adelphi, su cui riversò la sua sapienza, che non era solo quella – stupefacente – sui libri, ma investiva il tutto. L’idea e la fisionomia della casa editrice risalgono a lui. Quando Bazlen mi parlò per la prima volta di qualcosa che sarebbe stata Adelphi e non aveva ancora un nome mi disse: «Faremo solo i libri che ci piacciono molto».
MEME' SCIANCA
Un padre racconta ai figli, che glielo hanno chiesto, quello che ricorda dei suoi primi dodici anni, di cui loro non sanno quasi nulla. Storie troppo remote, pensa. Che differenza poteva esserci, in fondo, ai loro occhi, fra Firenze durante la guerra, dove era cresciuto, e per esempio la steppa dell’Oltre caucaso di Florenskij, alla fine dell’Ottocento? Non molta. Apparteneva tutto a quell’età incerta e fumosa che precedeva la loro nascita. E poi, da dove cominciare?
La prima immagine della guerra, intravista dalla finestra di una soffitta clandestina nel centro di Firenze...
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