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Le scarpe al sole : cronaca di gaie e di tristi avventure d'alpini, di muli e di vino - Paolo Monelli
Le scarpe al sole : cronaca di gaie e di tristi avventure d'alpini, di muli e di vino - Paolo Monelli

Le scarpe al sole : cronaca di gaie e di tristi avventure d'alpini, di muli e di vino

Paolo Monelli
pubblicato da InternetArchive

Prezzo online:
0,00

Dettagli down

Generi Non definito

Editore Internetarchive

Formato Ebook (senza DRM)

Pubblicato 17/07/2010

Lingua Italiano

EAN-13 1209009722404

1 recensioni dei lettori  media voto 5  su  5
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Le scarpe al sole : cronaca di gaie e di tristi avventure d'alpini, di muli e di vino renzo.montagnoli1

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voto 5 su 5 Mettere le scarpe al sole, nel gergo degli alpini, significa perdere la vita in battaglia e di alpini che muoiono colpiti da un proiettile o dilaniati da una bomba ce ne sono tanti in questo libro scritto da Paolo Monelli, un riuscitissimo diario sulla sua esperienza di vita nel corso della Grande Guerra. E quasi per caso che mi sono accostato a questopera e il merito è di mia madre, ormai scomparsa, che in verità ebbe a parlarmi dellomonimo film, uscito nel 1935, diretto da Marco Elter, tratto dal libro, per quanto modificato nella trama, ma senza perderne lo spirito. Considerata lepoca, nel pieno del ventennio, ci sarebbe da aspettarsi sia nel libro di Monelli che nel film lesaltazione dei valori patriottici, il richiamo al popolo guerriero, una retorica assidua, e invece non è per fortuna così. Passo ovviamente allo scritto, tanto più che non ho visto la pellicola, e dico subito che a un iniziale sconcerto per lo stile che mescola, apparentemente alla rinfusa, riflessioni, ispirazioni poetiche, anche versi, gerghi militari e dialetti, è seguita una crescente attenzione, perché pagina dopo pagina si è aperto quello che è il sottotitolo (Cronache di gaie e tristi avventure di alpini, di muli e di vino), un mondo tutto nuovo in cui allatrocità della guerra si contrappone un cameratismo in cui la solidarietà è un obbligo sentito; inoltre si combatte, rassegnati, sovente anche motivati, ma senza odio verso il nemico che anzi si considera unaltra vittima di decisioni che vengono dallalto, fra una bevuta e laltra di vino, lautentica benzina che fa andare avanti un motore umano che altrimenti scapperebbe a gambe levate. Si beve insieme e si muore insieme, si patisce il freddo dellinverno, ci si inzuppa con le piogge autunnali, non si ama la guerra che però viene considerata una necessità per raggiungere lo scopo di unItalia più ampia e diversa. Il protagonista principale, il tenente Paolo Monelli, partecipa e registra poi sul suo diario, descrive lorrore, ma anche la bellezza della natura, va allassalto senza odio, ama i suoi compagni e detesta gli imboscati, è un uomo a cui con il conflitto è sottratta la giovinezza e che matura amaramente giorno dopo giorno. Verrà anche la prigionia, la fame, la fuga dal lager e la cattura, la pietà dei carcerieri austriaci, affamati come i detenuti, eppure spesso compassionevoli. Se la guerra è una gran brutta bestia, la successiva pace sarà ancora peggio, perché lItalia allargata ritorna quella di prima, non ha nessun rispetto per i reduci e soprattutto per quelli che tornano dalla prigionia, illusi di rinascere a nuova vita. Per certi aspetti Le scarpe al sole mi ricorda Giorni di guerra, di Giovanni Comisso, con una differenza però: nel primo rifulge il valore dellamicizia, in grado di aiutare a sopportare ogni tormento, con le colossali bevute in compagnia, mentre nel secondo la guerra è vista come unavventura con gli occhi di un soldato che ancora crede di giocare, ma che maturerà di colpo in occasione della disfatta di Caporetto. In entrambi i casi si tratta di libri di particolare valore, in grado di attrarre dallinizio alla fine, e che hanno il pregio di non esaltare mai la guerra.

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