La vicenda poetica di Alda Merini comincia nel 1953 con una silloge intitolata "La presenza di Orfeo": un riferimento, quello al cantore che scese nell'Ade per strappare alla morte la moglie Euridice, che ha in sé la spiegazione della missione del poeta: lanciarsi nell'abisso per cercare gli dèi fuggiti dal mondo, o almeno per riportarne in superficie le tracce, la musica. I versi di Alda Merini sono, appunto, una discesa nella notte dell'uomo. Ma è una notte illuminata da lampi, popolata di anime e di contrasti, altamente vitale.
La più grande poetessa italiana, veritiera e profonda. Contemplatrice di profonda superficialità e correttrice di evocazioni poetiche di cui è la forgiatrice.
Merita molto più di questo futile elogio, merita, se non altro, dalla nostra piccolezza un po' di comprensione. Grazie per i testi che hai lasciato in nostra eredità, che hai lasciato nei nostri cuori e nella concavità abissale della nostra sublimità alla quale siamo attaccati per la paura di perdere tutto ciò che è materiale. GRAZIE, da un piccolo poeta nascente ad un, ormai, veterano modello a cui ispirarsi.
Superba è la notte
Federico Zuliani - 29/01/2002 17:44
5/
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Forse la sua più bella raccolta degli ultimi anni; intensa e concisa come sempre ma ancora più incisiva se possibile.
Andrea Alfio Maccarrone - 11/05/2006 16:14
Federico Zuliani - 29/01/2002 17:44