Una ragazza norvegese di poco più di vent'anni è stata uccisa a Sydney. L'ispettore Harry Hole della squadra Anticrimine di Oslo viene mandato in Australia per collaborare con la polizia locale e in particolare con Andrew Kensington, un investigatore di origini aborigene tanto acuto quanto misterioso. L'inchiesta si rivela subito complessa: l'omicidio della ragazza non è un caso isolato ma, probabilmente, l'ultimo anello di una lunga catena, e lo scenario in cui l'assassino agisce si allarga fino a comprendere fosche storie di droga e sesso. Un quadro a tinte così forti che Harry quasi vede proiettarsi sulle indagini l'ombra minacciosa di alcune figure della mitologia aborigena. In particolare quella di Narahdarn, il pipistrello che reca la morte nel mondo.
La nostra recensione
Com’era Harry Hole da giovane, nella sua prima avventura a Sydney, spesso evocata nei capitoli successivi della serie come l’inizio dell’incubo per l’ispettore più scorretto, problematico e sregolato che sia apparso sulla recente “scena del crimine”? Ora lo sappiamo. Il pipistrello, l’episodio che inaugura la serie, è stato tradotto per la prima volta in italiano e segna l’origine di di Harry Hole, l’origine del mito per milioni di lettori in tutto il mondo. E un mito così nero e fosco non poteva che avere radici torbide, dolorose, laceranti. In missione a Sydney per collaborare con la polizia locale alle indagini sull’omicidio di una giovane attrice norvegese, Hole si ritrova calato in un ambiente dai mille risvolti misteriosi, alle prese con spacciatori, prostitute, artisti circensi, pugili da fiera e soprattutto con le leggende di quell’antico popolo, gli Aborigeni, estirpati dal loro suolo e dalla loro cultura. In un crogiuolo ribollente di miti, droga, sesso, emarginazione l’ispettore norvegese è chiamato a un compito difficilissimo per sventare un disegno criminale che all’apparenza sembra indefinibile e insensato, sulle tracce di un serial killer inafferrabbile che lascia dietro di sé una sola traccia: sangue, sangue e ancora sangue. Incubi, ossessioni, paure sono già tutte presenti in questa prima missione, in cui il mistero si cela dietro a un velo spesso di violenza, terrore e follia e dove troviamo un Harry Hole giovane ma già segnato dalla vita - eppure qui a tratti perfino sentimentale - ma sempre in bilico sul bordo dell’abisso su cui è solito muoversi. Jo Nesbø trascina il lettore in un vortice che di pagina in pagina si fa sempre più elettrizzante, mettendo all’opera già in questo suo romanzo d’esordio una tecnica efficace e vigorosa, che ha saputo nel corso degli anni sganciarsi sempre di più dai cliché di genere, affrontando la crime story con una originalità e una sensibilità che per molti versi ne hanno cambiato il volto. Antonio Strepparola
Jo Nesbø è nato nel 1960 ad Oslo ed è cresciuto a Molde in Norvegia. Tracciare la sua biografia non è semplice, faremmo prima a elencare cosa non abbia fatto nella sua carriera rispetto alle sue tante professioni e occupazioni.
Si laurea in Economia presso la Norwegian School of Economics and Business Administration e prima di diventare scrittore è stato uno sportivo. Ha giocato a calcio – come il fratello – con il Molde, squadra con cui vanta importanti successi come la vincita del Norgesmesterskapet G19 1978, la