Pubblicate per la prima volta negli anni trenta (e poi ristampate, con aggiunte, nel 1943 nella collana einaudiana dei "Poeti"), le poesie di Lavorare stanca parvero subito cosa nuova e diversa dalla contemporanea poesia ermetica. In un tono epico-narrativo, aperto alle suggestioni della letteratura nordamericana, ma anche memore di una autoctona tradizione, rivive "l'avventura dell'adolescente che, orgoglioso della sua campagna" immagina consimile la città , ma vi trova la solitudine e vi rimedia col sesso e la passione che servono soltanto a sradicarlo e gettarlo lontano da campagna e città ".