Pubblicato nel 1965, Scrittori e popolo ricostruisce i rapporti tra produzione letteraria e immagine del popolo lavoratore. Le questioni che affronta sono tra le più dibattute del dopoguerra: la formazione di una tradizione nazionale moderna, la genesi dello storicismo marxista italiano, il fascismo di sinistra, l'antifascismo militante, Vittorini, Gramsci, Pasolini e gli "ismi" che a loro si collegano. L'ottica di Asor Rosa è fortemente critica, l'intento esplicito quello di demistificare il mito del populismo. Questo spiega il coro di critiche che accolse il libro: era inacettabile che fosse messo in discussione un dogma fondamentale del progressismo benpensante, e che cioè con i buoni sentimenti si fa della buona letteratura, e magari dell'eccellente politica. Considerata tra le opere che hanno anticipato e preparato il '68, Scrittori e popolo conserva ancor oggi una carica interpretativa e una capacità di ricostruzione storica inconsuete fra i prodotti più recenti della critica contemporanea. Ad accrescerne l'interesse è poi l'introduzione che Asor Rosa ha scritto appositamente per questa nuova edizione, e che si intitola Vent'anni dopo.