Non c'è posto per un bambino storpio in una famiglia spartana, così Talos viene abbandonato in fasce e salvato da un vecchio pastore che gli insegnerà ad opporsi a un destino già assegnato. Il coraggio e l'ostinazione faranno di lui un arciere abile e possente, al servizio del prepotente ma intrepido Brithos. Senza sapere che un filo di sangue unisce il loro passato... e il loro futuro. Fino a quando Talos non scoprirà qual è davvero il sentiero del suo destino.
Uno dei libri più appassionanti di questautore.
La trama si mantiene sempre intrigante, pullula di momenti intensi, forti, che rimangono impressi, come anche di alcune scene divertenti.
La descrizione della realtà spartana è abbastanza buona, soprattutto riguardo alle sue leggi, al suo spirito/identità militare e la condizione degli ilioti.
Tuttavia, al contrario di quanto credono alcuni, sicuramente non merita di essere letto a scuola!
Come ho detto la realtà spartana è descritta ABBASTANZA bene. In realtà è anche molto fantasiosa, come dimostra quella ridicola prova finale a cui lautore fa sottoporre i giovani spartani (la loro vera prova finale era molto diversa e perfino più sinistra).
Sebbene certe battaglie siano alquanto interessanti, soprattutto lavvincente resistenza finale degli ilioti, la Battaglia di Platea viene delineata davvero molto male.
Inoltre la stessa bravura degli spartani rispetto ai persiani è esagerata, sembra quasi di vedere eroi invincibili contro degli incapaci (convinzione molto diffusa in occidente e falsa). In una battaglia, schierati a falange, non solo gli spartani, tutti i greci errano imbattibili per i persiani, ma in uno scontro uno contro uno non si potrebbe sapere per certo come finirebbe. In altre parole: in un duello un abile guerriero persiano aveva buone possibilità di battere un guerriero greco, ma semplicemente i greci non combattevano più in quel modo.
Alessandro - 14/09/2018 13:17