Presso le comunità indigene della zona maya il sogno rappresenta una "porta della conoscenza", insieme alla meditazione, alle cerimonie sacre, alla musica sacra, alla danza, all'utilizzo rituale di sostanze allucinogene o alla frequentazione di luoghi sacri dove più facilmente può rivelarsi la conoscenza onirica che ha un carattere mistico. Questi popoli non confondono sogno e realtà, considerano che il sogno manifesti i segni di una realtà trascendente a quella contingente. La cultura ancestrale pensa sé stessa con le categorie del mito, secondo procedure del pensiero che sono oniriche, e fornisce una conoscenza ad alta densità metaforica. La tesi del volume è che l'educazione che si consuma nella formazione di una guida spirituale colga sì il versante onirico della conoscenza, nel senso che accede ad una grammatica di segno differente e apre le porte alla introspezione, all'interiorizzazione, alla spiritualità, ma che incentivi anche tutte le potenzialità creative legate alla fantasia e alla immaginazione. Come? Aprendo lo sguardo a quello che a noi pare inverosimile.