"Sono stato un bravo padre?" si chiede Beppino Englaro nelle pagine di questo libro. Con l'onestà e il rigore intellettuale che lo hanno contraddistinto nel corso dei sedici anni del calvario di Eluana, Englaro non ha paura di affrontare questo interrogativo. E lo fa ripercorrendo la vita di sua figlia, i ricordi di lei e le sue lettere, rievocando la sua storia di uomo riservato, costretto dagli eventi a farsi portavoce di un popolo silenzioso, sospeso fra la vita e la morte. "Il tradimento di Eluana" non è solo il commovente ricordo di una paternità negata, ma soprattutto l'atto di accusa di un uomo abbandonato dallo Stato nel momento più difficile: quello delle scelte dolorose.