La durata media di un rapporto di coppia, ci dicono le statistiche, è di tre anni, 167 giorni e due ore. Accoppiarsi e separarsi non è certo un'esclusiva berlinese, ma nella città del Muro le storie individuali e soprattutto quelle intime vengono amplificate fino ad assumere un significato esemplare. In "Accoppiamenti" ambientato nelle indimenticabili atmosfere della metropoli tedesca, Peter Schneider racconta con ironia, passione politica e precisione scientifica la moderna incapacità di stare insieme, attraverso le vicissitudini di tre esponenti della generazione del '68: tre amici, tre moschettieri alle prese con il sentimento, il sesso, l'abbandono, la carriera, e una paternità negata e desiderata con la stessa intensità. Eduard, biofuturologo molecolare, vive con Clara, teme di essere sterile e aspetta un figlio da Jenny e un altro da Laura. Theo, che sta scrivendo il libretto per un moderno "Don Giovanni", vive tra Est e Ovest usando il Muro come alibi e come difesa dai sentimenti; lui e Pauline cercano di far rifiorire il loro amore riscoprendo la castità, ma il progetto è turbato da una misteriosa studentessa americana, pedinata oltre tutto dalla polizia segreta della Ddr. Completa il terzetto André, musicista: cerca la salvezza nel matrimonio con Ester, ma si ritrova la casa piena di tutti i parenti di lei, profughi dalla Russia. Theo, Eduard, André: sono vittime o carnefici del vincolo di coppia? E la coppia riuscirà a sopravvivere ai moderni rituali amorosi? E l'amore potrà resistere allo stile di vita degli anni Novanta?