«I monologhi di Anja, di Sonja, di Masha, di Oga, di Irina, nei quali il futuro luccica coi suoi colori come nelle sfere di cristallo delle veggenti somigliano ai finali di certi film di Chaplin, dove l'eroe si allontana svanendo in una lunghissima strada In realtà la durevole attesa dei personaggi cechoviani si risolve in una torpida assenza, che per noi non è troppo diversa da quella dei due clown che aspettano il misterioso Godot».