Péguy è un autore dai molti volti, ciascuno dei quali può avere una sua particolare forza d'attrazione. E ciò spiega perché la sua figura di poeta, pensatore ed educatore susciti interessi molteplici, anche di segno diverso, proponendosi di volta in volta sotto antica e nuova luce. Ma, al di là dei 'volti' che ciascuno può cogliere nella sua opera ritagliandosi una sorta di Péguy su misura, non si può alla fine evitare di andare al cuore unificante della sua esperienza e del suo pensiero: di cogliere, cioè, il punto in cui i diversi 'volti' si ricompongono dando alla sua figura la sua autentica e compiuta espressione. Per non tradire il senso di una vita e di un'avventura intellettuale, bisogna leggerlo integralmente, alla luce di quelle che sono state le tappe del suo itinerario filosofico e spirituale: il laicismo repubblicano, il socialismo totalitario, l'indifferentismo religioso e, infine, la fede viva del 'pellegrino' che va a riscoprire le sue antiche sorgenti. Non è tuttavia facile restituire Péguy a Péguy. Egli resta infatti un personaggio fuori dagli schemi, scomodo o atipico nella sua stessa parabola esistenziale di 'cattolico non come gli altri', ma anche singolare nel suo personalissimo modo di comunicare la sua riflessione e la sua esperienza di fede. (dall'Introduzione)