Una raccolta di saggi maturata nell'arco di cinquant'anni, stimolata attraverso una frequentazione ininterrotta, un colloquio costante che ha dato vita a un'opera aperta e personale. Massimo Mila, tra i piĆ¹ autorevoli critici musicali del Novecento, ci racconta come un'intera generazione, "diffidente della parola, dopo aver sperimentato sulla propria pelle le conseguenze disastrose della retorica", possa essersi identificata nell'arte di Igor Strawinsky, non soltanto un genio funambolico della composizione musicale ma anche un maestro di vita, un "compagno di strada per l'uomo moderno", un simbolo, capace di rappresentare "un modo di esistere e di resistere".