Un marito e una moglie separati in casa dalla guerra. Protagonisti dell'ultima 'pièce' di Dorfman sono Atom e Levana: trent'anni di matrimonio, vivono in una piccola casa di campagna sotto le bombe di una guerra tra due paesi confinanti. Finalmente la guerra finisce, ma il nuovo confine passa in mezzo alla loro casa e per andare dalla cucina al bagno bisogna mostrare il passaporto alla guardia kafkiana che controlla, giorno e notte, la vita della coppia. Perfino il letto è diviso in due e per trovare un momento di intimità i due protagonisti vi si devono nascondere sotto, nei pochi momenti in cui la guardia è distratta. E poi questa guardia ha un'aria familiare che assomiglia a un senso di colpa: non sarà il figlio che anni prima i due genitori avevano messo alla porta? Con questo lavoro, già rappresentato a Tokyo, a New York e in altre città americane, Dorfman organizza una rappresentazione a metà fra il realismo di una situazione 'balcanica' (o israeliano-palestinese o, pensando al passato, berlinese) e la sua trasfigurazione allegorico-metafisica, confermandosi uno dei maggiori drammaturghi al mondo.