Danza nella notte

Viola sente che c'è qualcosa che non va, allo stesso tempo è intelligente al punto da poter comprendere che non si tratta di una vera patologia, anche se è stato forse lo spettro della follia a condurla dal Dottore, lo psichiatra che ha scelto per le sue confessioni notturne. Un incontro che cambierà profondamente la vita di entrambi: lui, nelle notti passate ad ascoltarla, vedrà scorrere la propria esistenza in un altalenarsi di esaltazione e sconforto per le sensazioni che le parole di lei gli provocano, lei che ogni notte compirà, invece, spietate vendette solo con le parole, riuscendo a liberarsi di quei segreti che l'opprimevano fin dall'infanzia. Una donna ossessionata dall'idea di non saper amare, ma ancor più da quella di non riuscire a conoscere mai quel sentimento che tutti chiamano amore. Ed è per questo che racconta delle sue "fughe strategiche" con Giacomo, forse l'uomo che più ha amato dopo il marito. Viola voleva una vita normale con un amore speciale. E solo uno, perché non si possono vivere due amori e averli speciali tutti e due. E parla anche di Luca, Marco, Francesco. Ma si sente sola, senza amore, senza consolazione, senza pietà e senza peccato, perché tutto quello che ha fatto non ha nulla a che vedere con il peccato, gli errori, i tradimenti, le menzogne e la falsità: ha solo cercato disperatamente se stessa per farsi compagnia, per non essere più sola. Ma la svolta definitiva arriva solo quando scopre di aspettare un figlio e non sa chi sia il padre. E al Dottore confessa: "Guardami, guardami per l'ultima volta e dimmi: è una punizione o un dono? O cos'altro ancora?" Due vite che si intrecciano, quelle di Viola e del Dottore, senza tuttavia riuscire mai a colmare il vuoto dell'intima solitudine che ciascuno ha dentro, in quell'eterna ricerca di consolazione, fine ultimo di ogni esistenza.

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