Protagonisti di questo libro sono 'i gentiluomini di campagna e i grandi del regno, i notabili e i nobili delle Isole Britanniche, ritratti nella loro vita individuale e collettiva nell'arco dell'ultimo secolo. Questi patrizi, ancora negli anni 1870-1880, costituivano la corporazione più ricca, più potente, più affascinante del paese e ritenevano, com'è comprensibile, di far parte degli eletti. Ma nei decenni che seguirono, la loro ricchezza si assottigliò, il potere svanì, il fascino perse lo smalto e il senso collettivo che questa élite aveva della propria identità e dei propri fini si indebolì gradualmente, ma inesorabilmente. Questo libro si propone di recuperare e di ricreare, di evocare e spiegare, il declino e la caduta di questa élite un tempo preminente: una delle mutazioni più grandi che mai siano avvenute nella storia britannica moderna. Come, quando e perché l'orgoglio dei leoni decadde a favola di unicorni?'. Tra le cause di questa mutazione, David Cannadine indica il crollo improvviso e drammatico, negli ultimi decenni del secolo, della base agricola dell'economia europea, che privò l'élite essenzialmente agraria delle sue rendite e quindi del suo potere economico; e il sorgere parallelo di una plutocrazia internazionale nuova e favolosamente ricca nonché di una classe media sempre più prospera e dinamica, che esigeva un adeguato potere politico e riconoscimento sociale. Il risultato fu l'eclissi graduale del vecchio ordine come forza dominante, fino a ridursi ai margini della politica, della società, della vita del paese. 'Comunque la si consideri', conclude Cannadine, 'è una storia straordinaria, popolata da personaggi fuori dal comune, tanto diversi l'uno dall'altro quanto lo sono gli uomini stessi, colti in circostanze a volte tragiche, a volte comiche, recitando un pò un melodramma, un pò una farsa'.