Tra '600 e '700 la critica più radicale delle metafisiche spiritualistiche trovò una delle espressioni più significative in quella letteratura filosofica clandestina che era alimentata da testi manoscritti o a stampa, per lo più anonimi, nei quali l'affermazione delle prerogative e dei limiti della ragione si traduceva in concezioni materialistiche, in prospettive ateistiche o deistiche o in appelli alla tolleranza. Accanto a Fontanelle, al conte di Boulainvilliers, all'empio curato Meslier o al barone d'Olbach, innumervoli altre figure diedero il loro apporto al libero pensiero. La conoscenza di queste figure, di quei testi e della loro circolazione, costituisce un complemento indispensabile per comprendere le radici dell'Illuminismo.