La giovane Lily, studentessa inglese di antropologia, sta scrivendo una tesi di dottorato sugli zombie, ma non sa che questa sua passione sarà irrimediabilmente la causa della sua discesa nel mondo delle tenebre. Al funerale del nonno, la giovane conosce infatti Victor, uomo affascinante e ambiguo che, con il pretesto di darle importanti informazioni per la tesi, la accompagna a una festa dove, nel corso di uno strano gioco, un uomo travestito da zombie la morde. Da quel momento inizia una metamorfosi che conduce Lily a trasformarsi, lentamente ma inesorabilmente, in una morta vivente e a sfuggire a se stessa e agli altri abitanti del villaggio di Manger, regno degli zombie. Una zombie, tuttavia, non può amare né rifugiarsi nell'inferno in cui è stata trascinata senza fare del male a chi le sta accanto... ma, forse, un giorno, spinta dall'amore, potrà essere in grado di frenare i suoi impulsi omicidi. In questa speranza il destino di Lily... e la sua maledizione.
Questo libro e' stata una vera scoperta.
L'introduzione si apre sugli studi antropologici della protagonista con particolare attenzione all'esistenza degli zombie nella cultura caraibica, supportata da interviste e libri sull'argomento; non so se il motivo per cui l'ho trovato avvincente sia la mia predisposizione per il genere o la curiosità per l'antropologia; ma questo tipo di approccio permette al lettore di prendere in considerazione il tema trattato come una possibile realtà abbattendo i confini della parola stampata.
Il racconto si snoda fra due diverse visioni del mondo; l'una quella nota, sicura, normale; l'altra quella nascosta, conosciuta da pochi perché troppo assurda per poterla anche solo immaginare.
Ciò che mi ha affascinata e' come l'autore abbia saputo costruire questa realtà celata, dandogli origine in tempi lontani, legandola a tradizioni che sono rimaste inalterate nel tempo fino ai giorni nostri.
Il caratterizzare poi il romanzo sulle eventuali conseguenze fisiche ma soprattutto psicologiche di una trasformazione in un "morto vivente" e' la ciliegina sulla torta, in quanto e' un punto di vista totalmente inesplorato.
Se gli zombie de "Il primo giorno" - di Rhiannon Frater - erano solo dei gusci vuoti da abbattere senza pietà, e quelli di "Warm bodies" - di Isaac Marion - potevano riuscire a guarire riprovando sentimenti umani, in "I morti viventi sono tra noi" abbiamo a che fare con una versione evoluta che, se abbastanza forte, riesce a mantenere il proprio io mantenendo a bada la "fame" e vivendo in eterno.
Direi un vero e proprio passo avanti sul tema zombie ma soprattutto sulla letteratura horror in generale.
Libro altamente consigliato agli amanti del genere!
Debora Campagnoli - 21/05/2013 12:56