Che la legge elettorale con cui gli italiani hanno votato nel 2006 sia una pessima legge, tutti concordano. Persino tra gli ideatori di quella legge e tra molti che in Parlamento l'hanno votata è opinione diffusa che si tratti di una legge che non garantisce la governabilità, e rimette tutto in mano ai partiti, penalizzando le scelte dei cittadini. In Parlamento sono in discussione molte proposte per modificare, più o meno radicalmente, quella legge. E in primavera dovrebbero tenersi tre referendum tendenti alla abrogazione di alcune sue disposizioni. Ma non si sa se i referendum si terranno, se la Corte costituzionale li giudicherà ammissibili. Né si sa se il Parlamento ce la farà ad approvare una legge migliore. E perfino possibile che il Parlamento ce la faccia, ma che poi la Corte di Cassazione decida che il referendum si tenga ugualmente, trasferendolo sulla nuova legge. Le idee sono confuse, tra i cittadini, ma anche in Parlamento e nei partiti. Per fare chiarezza su questi problemi, Astrid ha riunito costituzionalisti ed esperti di sistemi elettorali, di ogni orientamento politico-culturale. In due seminari tenuti in giugno e in ottobre si sono confrontati opinioni e argomenti. Su alcuni punti la convergenza è stata pressoché unanime, su altri non si è raggiunto un'opinione comune. Ma la lettura dei diversi scritti consentirà a ciascuno di farsi una idea.