"Abdullah Mohamed ben Olman, ambasciatore del Marocco, si trova a Palermo nel dicembre 1782, per via di una tempesta che ha fatto naufragare la sua nave sulle coste siciliane. E' questo il caso che fa nascere, nella mente dell'abate Vella, maltese, e incaricato di mostrare all'ambasciatore le bellezze di Palermo, un disegno audacissimo: far passare il manoscritto arabo di una qualsiasi vita del profeta, conservato nell'isola, per uno sconvolgente testo politico, ""Il consiglio d'Egitto"", che permetterebbe l'abolizione di tutti i privilegi feudali e potrebbe perciò valere da scintilla per un complotto rivoluzionario. Così ""dall'ansia di perdere certe gioie appena gustate, dall'innata avarizia, dall'oscuro disprezzo per i propri simili, prontamente cogliendo l'occasione che la sorte gli offriva, con grave ma lucido azzardo, Giuseppe Vella si fece protagonista della grande impostura"". Pubblicato per la prima volta nel 1963, ""Il consiglio d'Egitto"" è in certo modo l'archetipo, e il più celebrato, fra i romanzi-apologhi di Sciascia, dove lo sfondo storico della vicenda si anima fino a diventare una scena allegorica, che in questo caso accenna alla storia tutta della Sicilia."
Che bellezza! Le sublimi pagine di Sciascia riescono a catturare il lettore in un'atmosfera subdola, ipocrita ed ingannevole, fatta di menzogne ed imposture, ma, allo stesso tempo, lo deliziano con una forma linguistica squisita e con illuminanti messaggi filosofici. Un vivo consiglio: leggete questo capolavoro.
Il consiglio d'Egitto
Anonimo - 22/03/2002 21:08
5/
5
Diversi sono le sensazioni provate leggendo il libro: ci si rende conto di come un uomo solo possa mettere a soqquadro un'intera società con la forza della sua ''fantasia'' con conseguenze inimmaginabili. È un libro che riesce a fare vivere il lettore nella Palermo dell'epoca; è un libro a tratti comico ma a tratti capace di strappare riflessioni amare e anche dolorose.
Anonimo - 20/04/2006 19:18
Anonimo - 22/03/2002 21:08