Quando ha deciso di entrare in polizia Ferraro? Quando ha incontrato per la prima volta il suo collega Augusto Lanza? Perché si è separato dalla moglie? Molte erano le domande lasciate in sospeso da Biondillo sul passato del suo personaggio preferito. Il giovane sbirro risponde a tutte e, in una sorta di album di ricordi e di fotografie, racconta gli anni di apprendistato nella polizia del futuro ispettore Ferraro. E poi ci sono anche le indagini del presente a cui non sempre Ferraro trova una soluzione, così come alla sfide della sua vita privata, ogni giorno più compromessa...
Dopo la lettura, veramente appagante, di Per cosa si uccide, primo romanzo scritto da Gianni Biondillo, mi aspettavo, in tutta sincerità, una riconferma con questo Il giovane sbirro e invece mi sono trovato fra le mani un libro in cui gli innegabili pregi dellautore risultano sprecati. Che si dovesse parlare dei precedenti dellispettore Michele Ferraro mi è sembrato giusto, anche perché così è stato possibile conoscere lorigine degli altri consueti personaggi di contorno (la moglie Francesca, da cui si separerà, la figlia Giulia, il simpatico e premuroso fruttivendolo Don Ciccio, i colleghi Lanza e Comaschi), però che questo avvenisse con il supporto di più di una indagine, anzi un bel po di più, e con il ricorso frequente a salti temporali non mi è andato giù. Sì, non lho gradito perché quando leggo un libro detesto tutte quelle vicende che mi ingenerano confusione e che tolgono il ritmo, demoliscono lindispensabile tensione, finiscono quasi con lindispettire. Biondillo ha messo troppa carne al fuoco e per complicare la cottura ha inserito dei frequenti flashback, così che ho avuto dei momenti di autentica confusione. Già linizio non è dei più accattivanti, perché se si dice che lincipit ha la sua importanza, nel caso specifico mi ha fatto venire la voglia, dopo una decina di pagine, di abbandonare la lettura; ho tuttavia proseguito e per fortuna andando avanti le cose sono un po migliorate, con dei casi che mi hanno destato interesse, inframmezzati ad altri francamente un po banali, ma è solo verso la fine che ho cominciato a ritrovare il Biondillo che mi ha così favorevolmente impressionato con Per cosa si uccide, un po troppo tardi però per poter modificare il mio giudizio che non è certamente negativo, ma solo appena un po più che discreto.
Renzo Montagnoli - 31/10/2022 17:00