Jasmin è una donna, una madre, un soldato dell'esercito svedese di stanza in Kosovo. Vive per l'amore del figlio Dante, che ha avuto da un suo commilitone, un uomo poco affidabile che cerca di affogare nell'alcol e nella droga gli orrori della guerra. Jasmin in Kosovo è stata ferita gravemente, e durante il ricovero in ospedale, mentre lottava tra la vita e la morte, la sua anima si è trovata per qualche giorno in un'affollata e misteriosa città portuale dove tutti i cartelli sono scritti in cinese e dove ha visto imbarcarsi, per non tornare mai più, uno dei suoi uomini. Ma Jasmin è forte e sa come tornare dalla città misteriosa, sa che si deve stare molto attenti a non farsi rubare la targhetta d'argento che ti mettono al collo quando arrivi nella città misteriosa, perché è il lasciapassare per il ritorno. Due anni dopo la prima esperienza nella città dei morti, Jasmin ci ritorna di nuovo con il figlio: hanno avuto un incidente d'auto e solo lei riesce ad allontanarsi per tornare di nuovo nel mondo dei vivi, lontano dal porto delle anime. Dante è molto più grave, dev'essere operato, e Jasmin non può abbandonarlo nella città misteriosa: deve tornare, lottare per quello che ha di più caro, in un terribile gioco di morte che rischia di vederla sconfitta.
Quando un autore, in questo caso due, è veramente bravo arriva a creare dipendenza nei propri lettori. Chi ha aspettato per mesi l'uscita del nuovo libro, chi lo ha rigirato tra le mani prima di cominciare a leggerlo per paura finisse troppo presto, chi ha cominciato, impaziente, a sfogliare le prima pagine uscendo dalla libreria... Non può che essere rimasto deluso. Forse poteva essere un buon libro, non lo è rispetto a quelli a cui ci ha abituato la coppia d'oro di Lars Kepler. Illeggibile, dall'inizio alla fine, con flashback e colpi di scena talmente scontati da sembrare usciti dalla pena di un esordiente.
Il porto delle anime
fabioresti - 17/11/2015 11:37
2/
5
Un passo, forse anche due, indietro rispetto agli ultimi romanzi della serie di Linna. Sicuramente la trama si adatterà meglio ad una trasposizione cinematografica, ma l'effetto che da al lettore è di un guazzabuglio irreale e il continuo tornare, 5 o 6 volte, da uno stato di morte apparente, invece che creare la suspence mi ha dato proprio l'impressione della storia scontata.
Penelope - 24/01/2016 23:21
fabioresti - 17/11/2015 11:37