Da quando ha assistito alla morte di un uomo per mano del Sommo Lord, Sonea vive giorni di angoscia. E non le è certo di consolazione aver finalmente conquistato la fiducia e il rispetto degli altri novizi grazie alle sue eccezionali capacità magiche. Infatti Akkarin non solo le ha rivelato che una minaccia mortale aleggia sulla Corporazione e sulla città di Imardin, ma le ha anche mostrato alcuni antichi tomi, in cui viene chiarito il motivo per cui la magia nera è stata bandita: molto tempo addietro, uno dei novizi l'aveva usata contro gli altri maghi della Corporazione, e l'esito era stato drammatico. Sonea è confusa; il Sommo Lord l'ha resa partecipe di quei segreti perché è in ansia per il destino della regione di Kyralia o perché vuole servirsi di lei per i suoi oscuri piani? Poi uno schiavo della vicina Sachaka confessa alla ragazza di essere una spia, incaricata di scoprire i punti deboli della Corporazione, e allora Sonea, abbandonato ogni indugio, comprende che, se dovesse succedere qualcosa ad Akkarin, nessun altro potrebbe contrastare i maghi di Sachaka. A meno che pure lei non venga iniziata ai misteri della magia nera...
Alla fine, finalmente, la storia s'incentra sul tanto decantato mago nero. Il primo era segnato dalla fuga dalla Corporazione, il secondo dalle prepotenze subite a scuole. In altre parole due terzi della trilogia non parlano d'altro che della solita storia dei ricchi che opprimono i poveri. L'avessi saputo prima di comprarli... comunque meglio tardi che mai. C'è più azione rispetto ai primi due, diversi colpi di scena. Ma anche questo non mi è parso nulla di eccezionale, una lettura piacevole e niente di più. La battaglia finale ha i suoi alti e bassi. I suoi frangenti finali mi sono apparsi insensati, anche se in fondo l'intera magia di questo fantasy è ridicola e monotona (scudi e colpi, scudi e colpi, scudi e colpi). E la cosa più insensata e ridicola, fin dall'inizio di questa trilogia, è senz'altro la telepatia collettiva che permette a qualsiasi mago di ascoltare le conversazioni mentali di altri suoi simili. Com'è possibile dunque che in tutti questi secoli i maghi di Sachaka non abbiano scoperto che a Kyralia non viene praticata la magia nera e che quindi potrebbero mangiarsela in un sol boccone? I personaggi sono sempre uguali, nessuno mi ha particolarmente colpito o interessato. Ci sono ampie rivelazioni solo sul Sommo Lord Akkarin. Compare finalmente anche il Re, anche se ha un ruolo marginale. Nella sua totalità questa trilogia è stata piacevole ma non mi ha intrigato quasi per niente, non mi ha lasciato niente. Spero che la seconda sia un po' meglio, anche se ora vorrei non averla comprata.
Alessandro - 03/02/2018 21:42