«Sembra di guardare Game of Thrones, ma questa è Storia vera. » The Observer
«Bernard Cornwell è davvero insuperabile.» Lee Child
«Il più grande scrittore contemporaneo di romanzi storici.» The Washington Post
Wessex meridionale, fine del IX secolo. Uhtred di Bebbanburg ha perso tutto: non ha più la sua amatissima moglie, morta durante il parto. Non ha più le sue terre, usurpate tempo addietro. Non ha più un re per cui combattere, perché Alfredo il Grande ormai è vecchio e malato, incapace di respingere gli invasori vichinghi e ossessionato dall'idea di convertire il mondo alla fede cristiana. Uhtred di Bebbanburg non ha più nulla per cui vivere, eppure c'è qualcosa che gli impedisce di lasciarsi morire. Qualcosa che da sempre è dentro di lui. È la furia del guerriero. Una furia pagana, nata fra i danesi che lo hanno addestrato all'arte della guerra e coltivata sugli innumerevoli campi di battaglia che ha calcato. Ora la sua furia ha un obiettivo preciso: reclamare Bebbanburg, la fortezza che gli spetta di diritto e che suo zio possiede in spregio alla legge e agli dei. Ora Uhtred combatterà per se stesso e per il suo destino, il destino di un guerriero nato.
Allinizio, sebbene fosse ben scritto, scorrevole e coinvolgente, sembrava lennesimo confronto con lennesima invasione danese. Come dire: bello ma già visto.
Ma mai dubitare di Cornwell!
Allimprovviso la trama prende una piega inaspettata, trasformando drasticamente la situazione. Gli equilibri cambiano, alleanze si formavano e si sfaldano, allorizzonte si profilano nuove guerre, in questo vivido vortice di lutti e rancori, amori e ambizioni, romanzo e storia creato dal grande Cornwell.
Questa saga si sta indubbiamente imponendo come uno dei suoi lavori migliori.
Tra i vari personaggi devo dire di essere rimasto particolarmente colpito dal principe Edoardo, la sua figura, il suo ruolo nella trama e le sue interrazioni col protagonista... Suscita un certo interesse, come daltronde anche la sorella.
Alessandro - 07/03/2019 13:01