Il libro non è una trattazione astratta dell'insulto in tutte le sue forme e varianti, ma una silloge di ingiurie concretamente proferite e scagliate con categorica impertinenza contro tutto e tutti: la società, il popolo, le istituzioni, le donne, l'amore, il sesso, il matrimonio, i colleghi, il genere umano, la storia, la vita. Un'arte di insultare che ci viene insegnata come nelle antiche scuole si insegnava l'etica: non nel modo "docens" ma nel modo "udens", non con la teoria ma con l'esempio e la pratica.
Trattasi di raccolta di riflessioni e brani delle opere del filosofo. Il tema "dell'insulto" qui non rappresenta il vero insulto che lo stesso Schopenhauer considera volgare, ma ragionamenti e il solito moralismo del filosofo che non è mai banale ma vero. Come viene citato nell'introduzione molti si offenderebbero e sarebbero dei veri insulti, in verità non è altro che quella verità che solo una mente come il filosofo non ha paura di dire la sua. Interessante e da leggere.
L'arte di insultare
Anonimo - 12/10/2001 00:00
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L'eccezionale levatura di questo libro sta, a parer mio, nella felicità (solo espressiva?) che Schophenahuer dimostra nel prendersi gioco proprio della felicità stessa. Il tono sarcastico del filosofo tedesco, infatti, diverte soprattutto là dove alla speculazione filosofica è affidato il compito di mostrare la terribile crudeltà della Natura/Mortura (per dirla con Arthur).
Lo consiglio vivamente, insieme a Kafka ed al nostro miglior Giacomo (col quale ha moltissime idee in comune), ad ogni inguaribile ottimista.
Anonimo - 14/01/2011 20:09
Anonimo - 12/10/2001 00:00
L'eccezionale levatura di questo libro sta, a parer mio, nella felicità (solo espressiva?) che Schophenahuer dimostra nel prendersi gioco proprio della felicità stessa. Il tono sarcastico del filosofo tedesco, infatti, diverte soprattutto là dove alla speculazione filosofica è affidato il compito di mostrare la terribile crudeltà della Natura/Mortura (per dirla con Arthur). Lo consiglio vivamente, insieme a Kafka ed al nostro miglior Giacomo (col quale ha moltissime idee in comune), ad ogni inguaribile ottimista.