Congo Belga, anni Sessanta. Un drappello di mercenari capitanati da Bruce Curry deve trarre in salvo la popolazione di un piccolo villaggio di bianchi rimasti isolati nel territorio in mano ai ribelli. Ex avvocato esiliatosi dal mondo civile per dispiaceri amorosi, Bruce ignora che lo scopo della sua missione non è soltanto umanitario: in realtà, nel villaggio che fu sede dell'Union Minière è rimasta una cassetta di diamanti che fanno gola a molti. Affiancato da Mike, un tempo abile chirurgo rovinato dal bere, Bruce Curry e il suo gruppo affrontano le insidie di una regione ostile e selvaggia infestata dai guerriglieri, molti dei quali si sono trasformati in volgari banditi di strada. E un viaggio all'inferno dove talora trova posto un po' di tenerezza - incarnata qui dalla bella e coraggiosa Shermaine -, ma le cui tappe sono segnate da un'ineluttabile violenza. Una violenza che è esterna e interna all'individuo e agli stessi eroi, in quel drappello di disperati privi d'amore, ciascuno dei quali porta il suo principale nemico dentro di sé. ENTRA A FAR PARTE DEL CLUB DEI LETTORI DI WILBUR SMITH SU: WWW.WILBURSMITH.IT CURIOSITA, ANTEPRIME, GADGET E CONTENUTI GRATUITI IN ESCLUSIVA
Wilbur Addison Smith nasce a Broken Hill il 9 gennaio 1933 nella Rhodesia del Nord ed è stato uno dei più grandi scrittori zambiani di bestseller sul mondo orientale. Si forma alla Natal and Rhodes University, laureandosi a pieni voti in scienze commerciali nel 1954. Dopo la laurea si associa alla Goodyear Tyre and Rubber Co. di Port Elizabeth, dove lavora come contabile dal 1954 al 1958. Successivamente collabora dal 1958 al 1963 alla H.J. Smith and Son Ltd di Salisbury.
Nonostante la sua professione di contabile, l'amore per la scrittura
Bello, come tutti i libri di Wilbur Smith. Si legge tutto d'un fiato, anche se in alcuni punto ci vuole un po' di stomaco, perché non lascia niente all'immaginazione. Fa male poi pensare che la guerra in Africa datata anni '60 c'è stata e che quelle atrocità non sono un'invenzione. I mercenari che scappano dal mondo per dimenticare la propria vita ci sono ancora oggi e sempre ci saranno, sta poi negli uomini stabilire il confine tra etico e morale, dove la vita di tante persone significa per altre soltanto denaro.
Lo consiglio soprattutto ad un pubblico maschile.
Anonimo - 09/02/2011 15:14