"Da vecchio William Wycheriey (1641-1715) raccontava al promettente giovane poeta Alexander Pope di aver inventato la cosiddetta ""Comedy of Manners"", o commedia di costume, fiorita sotto Carlo II a partire dalla Restaurazione del 1660, e per corroborare tale primato alterava convenientemente le date dei suoi quattro lavori teatrali. Iniziatore o no di quel genere tanto caratteristico di una Corte spregiudicata e dissoluta nei costumi quanto amante dell'arguzia e dell'eleganza intellettuale, il brillante gentiluomo, amico personale del sovrano e degli altri aristocratici arbitri del gusto, ne aveva comunque dato uno dei capolavori, quella ""Sposa di campagna"" che già il secolo del grande attore David Garrick avrebbe trovato eccessivamente licenziosa, proponendone una versione edulcorata, e che il vittorianesimo, indignato per bocca di Macaulay, avrebbe confinato negli ""inferni"" delle biblioteche. Disposto nuovamente a gustare la boccaccesca vicenda del libertino che si finge eunuco allo scopo di dimostrare la sua teoria secondo la quale le donne non tengono tanto alla propria morale quanto alla propria reputazione, il nostro tempo ha inoltre riconosciuto all'autore oltre a una rara maestria di creatore di comicità teatrale (dagli anni 1920 la commedia è una delle più popolari ed eseguite in Inghilterra), una statura di moralista sarcastico quanto acuto, e perfino di femminista ""ante litteram"": il contegno delle sue dame è infatti senza eccezioni provocato dal trattamento che esse ricevono dai loro uomini, con un'ingiustizia e un dispotismo contro i quali alla lunga, come Wycherley ironicamente e irresistibilmente dimostra, non c'è onestà che non si ribelli. Edizione con testo inglese a fronte."