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Stefano Levi della Torre è uno intellettuale eclettico, da sempre studioso di cose ebraiche. Non è un credente ma nemmeno un "fondamentalista" laicista, tanto da essere stato invitato a partecipare dal cardinale Martini alla sua "Cattedra dei non credenti". Religione e laicità condividono il carattere metafisico del loro pensiero quando si confrontano con i problemi ultimi: la vita, la tragedia del male, la morte, il dolore. La laicità non deve evitare di ridursi a pragmatismo o a nostalgia delle identità ideologiche, ma deve produrre narrazioni attuali del mondo, nelle quali possano riconoscersi collettivamente moltitudini ora frantumate dall'individualismo e dal corporativismo. Se la religione e il suo primato morale paiono sostituirsi alle ideologie, è però nella laicità che va ricercata l'unica garanzia di una res publica pluralistica, di una convivenza democratica nelle società pluriculturali e plurireligiose.
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