L'anno 2004 ha visto Genova capitale europea della cultura. Mentre ferveva il dibattito sulle radici cristiane dell'Europa, tanto controverse a livello di codifica nella costituzione europea quanto condivise nel comune sentire del cittadino e dello studioso, la cattedra di Letteratura cristiana antica ha colto l'occasione per riformulare il dibattito in modo nuovo e più concreto, sottraendolo alle astratte dispute di politici e giuristi per calarlo in un contesto culturale, anzi specificatamente letterario, alla ricerca di testi e documenti che, percepiti come espressione peculiare delle moderne letterature europee, rivelano ancora evidente il debito di dipendenza da quegli archetipi letterari cui ha dato vita e sostanza il cristianesimo dei primi secoli. Ne è scaturito un momento di alto confronto con esperti di discipline apparentemente lontane (francesisti, anglisti, slavisti, storici del teatro, del cinema, dell'arte, giornalisti, vaticanisti, saggisti e scrittori), che potessero dialogare e convergere su Letteratura cristiana e letterature europee. Ogni singola tematica è stata affrontata da un 'cristianista' e da un 'modernista'. Il volume raccoglie le relazioni a due voci, in progressione di generi e temi letterari: narrativa-teatro-cinema (La centralità del dramma cristiano), agiografia (Il martire e il santo), esegesi (Il filo rosso del simbolo), escatologia (Alla fine del tempo).