E la storia di un amore particolarmente intenso, ambientata negli anni '30-'40 del '900, tra un distinto giovinetto e una giovine nobildonna, fascinosa, attraente e indipendente. L'egante gentiluomo è un possidente, di antica casata, tombeur de femmes, ufficiale che nutre mille sogni ed è un romantico idealista. Egli soccomberà sotto il giogo della convenzione, lasciando la demoiselle nello sconforto più totale. Ella àncora, pria e poscia, a lettere ampollose le emozioni che recano racconti di gioie e di dolori, che evidenziano impronte di lacrime e fanno riecheggiare sospiri struggenti e passione travolgente. Tali missive furono custodite, in una abbandonata cantina, dalla polvere perché fossero ritrovate e raccontate.
"Omnia vincit amor et nos cedamus amori" (P. Virgilio Marone, Bucoliche X, 69)
Sono questi versi virgiliani quelli che forse meglio potrebbero dar voce e corpo poetico al pensiero di Gemma, protagonista femminile del romanzo, e al suo amore per Lorenzo.
C'è tra i due un'attrazione fatale e irresistibile, che prende sangue dalla carne e linfa dall'anima; ma c'è anche un Fato avverso che " non si lascia commuovere da lacrime e patimenti" e alza il dito in segno di diniego.
C'è un'epoca storica, quella fascista, fatta di convenzioni intransigenti e obblighi sociali; ci sono distanze, silenzi, ritorni, estasi, addii.
Sullo sfondo, da un lato una Roma elegante e sofisticata, che profuma di cipria e cioccolata, e dall'altro l'accogliente borgo calabro di Cirò, che abbraccia i suoi paesani con aromi di zagare e gelsomini.
La passione tra Gemma e don Lorè è idealità e sensualità e sembra poter superare i limiti dello spazio e del tempo, ma alla fine dovrà arrendersi all'infausto destino.
Di essa rimarranno solo tracce di inchiostro sulla carta, lettere nella polvere.
Il ruolo di Domenica Milena Arcuri è quello quasi magico del deus ex machina, che ritrova queste epistole e magistralmente, con sensibilità e poesia, ridà vita ai sentimenti di Gemma e Lorenzo e restituisce alla loro storia la potenza che il Destino avverso aveva sottratto.
"Noi oblieremo il mondo", scrive Gemma al suo innamorato.
Di fronte a questa sicurezza, che è la fede degli amanti, alla fine anche Nemesi dovrà abbassare il dito vindice e accettare il fatto che l'amore, attraverso la forza eternatrice della scrittura, davvero può vincere tutto, superando anche il limite umano più ineluttabile: la morte e l'oblio.
Lettere nella polvere
red_firmey. - 08/07/2017 01:10
5/
5
Storia intensa e travolgente tra un giovane ufficiale di famiglia elevata e ricca, proveniente da un borgo incastonato su una collina prospiciente la costa ionica, e una giovane nobildonna romana, indipendente che sfugge a qualsiasi convenzione imperante durante gli anni 30/40.
L'autrice descrive meravigliosamente paesaggi reali e paesaggi dell'anima, trascinando il lettore dentro la storia, gli ambienti, gli scenari per farli partecipare direttamente alle vicende e alle debordanti emozioni. Non c'è il lieto fine, come spesso accade nella vita vera, anche se, in questo caso, sono le leggi fasciste a imporre un matrimonio riparatore, spezzando il sogno di una favola insieme.
Delle lettere ritrovate guidano lo svolgersi delle emozioni altalenanti e della storia che ha due poli: il borgo incantevole di Cirò, da una parte, e la tentacolare, sfavillante e ammiccante Roma, dall'altra.
Un vero capolavoro che certamente catturerà il lettore anche per lo stile di scrittura dell'autrice che risulta essere curato e ricercato, mai banale con diversi rimandi al vernacolo che lo vivacizzano.
Da non perdere.
Red Firmey
Lettere nella polvere
salem2012 - 08/06/2017 22:28
3/
5
Un Amore intenso e autentico, un Sentimento fresco e giovane, avvolgente di Passione, divino nella sua imperitura esuberanza. Il Cuore e la Mente, però, non trovano accordo: se da un lato si desidera, dallaltro si tronca quel Richiamo. Il solco tra ciò che si deve e quello che si vorrebbe si fa profondo, ma non sopisce la speranza per ununione ora impossibile da vivere alla luce del sole. Un matrimonio imposto dalle leggi fasciste oscura a vita il candore di quellamore spontaneo. A Domenica Milena Arcuri è affidato il compito di dare finalmente luce e voce al rapporto clandestino di Gemma e Lorenzo. Testimone oltre il tempo, lautrice è insieme protagonista dello straordinario ritrovamento delle appassionate lettere che Gemma dedica allufficiale di Cirò. Gli scritti risuonano sorprendentemente attuali: le parole, piene di ardore sentimentale, appaiono schiette e senza i veli di un estraneo pudore. A intercalare le epistole è linconfondibile stile dellArcuri, acuta nel cogliere i particolari della vicenda, indagatrice nellinterpretare i messaggi impliciti tra gli sguardi degli amanti, saggiamente descrittiva nel restituire volubili emozioni. Il romanzo mostra un impianto dicotomico: il genuino borgo di Cirò, da un lato, la sofisticata metropoli di Roma dallaltro; la semplice, ignorante, ma astuta forosa versus la raffinata, colta ed accogliente contessina. Così pure la storia di un amore privato degli anni 30 si sovrappone alla Grande Storia del fascismo e della guerra. Qui, ancora, la singola voce di Gemma, funzionario di antenna Radio RAI, diventa quella di tutti, quando annuncia pubblicamente lo scoppio del conflitto. Tutto ciò dirimpetto a unaltra, forse unica, Verità, che suggella il mito dellAmore eterno, destinato a sopravvivere oltre la polvere del Tempo, oltre gli ostacoli terreni, oltre e ancora oltre, fino a riproporsi con la sua forza, a manifestarsi di nuovo, perché ne sia testimoniata la sua incorruttibile Presenza.
elisa.comuzzi - 23/08/2017 20:38
red_firmey. - 08/07/2017 01:10
salem2012 - 08/06/2017 22:28