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Non dire notte

Amos Oz
pubblicato da Feltrinelli

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Disponibile in 5-6 giorni. la disponibilità è espressa in giorni lavorativi e fa riferimento ad un singolo pezzo
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A Tel Kedar, una tranquilla cittadina israeliana nel deserto del Negev, abitano Noa e Theo. Dopo sette anni di felice convivenza, sono in una fase stagnante del loro rapporto. Theo, urbanista sessantenne di successo, appare sempre più introverso e sembra aver perso energia, voglia di fare e di mettersi in gioco. Noa, frenetica professoressa di lettere di quindici anni più giovane che insegna nella scuola locale, è sempre alla ricerca di nuovi traguardi e nuove sfide. In seguito alla morte di uno degli studenti di Noa, le viene affidato il compito di dare vita a un centro di riabilitazione per giovani tossicodipendenti. Aiutata da Muki, agente immobiliare, da Linda, una timida divorziata, e da Lumir, un pensionato, Noa si dedica al progetto con entusiasmo e idealismo, pronta a lottare contro l'opposizione di tutta la cittadina che teme che un simile centro possa portare droga e criminalità. Non vuole mostrare le sue debolezze e chiedere l'aiuto di Theo, e lui non vuole interferire se non è richiesto. Se per un verso la vicenda sembra mettere a dura prova la loro relazione, dall'altro dimostra lo struggente affetto, l'infinita tenerezza e il profondo amore che ancora li lega. La storia è narrata dai due protagonisti in prima persona. Un libro che esplora l'animo umano, che racconta la realtà quotidiana di una comunità lontana da Tel Aviv o Gerusalemme, protetta da filo spinato e guardie, che cerca di vivere una vita normale come qualsiasi altra cittadina del mondo.

Dettagli down

Generi Non definito

Editore Feltrinelli

Collana I narratori

Formato Brossura

Pubblicato 28/05/2007

Pagine 202

Lingua Italiano

Titolo Originale Al taghidi layla

Lingua Originale Ebraico

Isbn o codice id 9788807017155

Traduttore Elena Loewenthal

2 recensioni dei lettori  media voto 3  su  5
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Non dire notte

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voto 2 su 5 Di bello c'è sicuramente la scrittura piuttosto originale. Due persone che guardano la stessa vita ma la descrivono con occhi e sentimenti diversi. Due punti di vista differenti tra chi sogna e chi bada alla concretezza (anche se con più trasporto interiore di chi sogna ad occhi aperti). Una storia d'amore e non solo... Belle le scene che evoca il deserto e la sua calma calura. Tuttavia il libro è piuttosto lento, si stenta ad andare avanti. Se fosse più scorrevole sarebbe davvero un bel libro. Non definirei tempo perso quello trascorso a leggere questo libro ma c'è di meglio.
Non dire notte

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voto 3 su 5 NON DIRE NOTTE di AMOS OZ Una cittadina israeliana Tel Kedar, di 8-9 mila abitanti, prostrata dal vento del deserto del Negev che manda frustate di polvere, fa da sfondo alla vicenda umana e sentimentale dei due protagonisti del romanzo: Noa e Theo. Il loro rapporto, dopo sette anni, comincia a mostrare segni di incomprensioni e insofferenze. Theo è un sessantenne, architetto di fama riconosciuta, vive in uno stato di attesa, ha ormai fatto quel che poteva fare, ora che si trova alla fine del mondo, Noa, professoressa di lettere in un liceo, più giovane di 15 anni, al contrario, è piena di entusiasmo e voglia di cambiamenti. La morte di uno studente di Noa ( per droga o per suicidio) e l'incarico di creare un centro di riabilitazione per giovani tossicodipendenti, danno uno scossone alla loro relazione dapprima in fase critica, ma dopo sarà una sferzata di nuova linfa vitale e rigenerante per la loro vita a due. Attorno ruotano altri personaggi, ciascuno con i propri disinganni e le proprie illusioni che l'esistenza democraticamente offre ad ogni essere umano. L'agente immobiliare Muki Peleg, un dongiovanni decadente che sfarfalla come inesausto Sisifo, Linda Danino, divorziata, asmatica e appassionata di arte e Ludmir, un pensionato della società elettrica, nemico di discoteche, debordante autore di una rubrica intitolata l'eco del deserto; tutti amici di Noa che l'aiutano in questa inusuale crociata che dà un nuovo senso alla sua vita. La storia si snoda attraverso il racconto dei due protagonisti, in prima persona, lui osserva e ascolta lei, lei che guarda e giudica lui; è un rimando di pensieri e azioni che s'incrociano e si allontanano. Lei frenetica, rincorre il tempo, il suo daffare va tutto a spese della solitudine e della lenta discesa dal dolore verso la tristezza di lui. Il paesaggio desertico contorna e dà la dimensione e la scansione del ritmo della vita degli abitanti di Tel Kedar: il vento che alita come una falciata fredda e acuta, l'aggressività della luce e della polvere, la calce bianca che assorbe le sfumature del deserto, gli spazi aperti strisce di deserto macchiettato. Si respira e s'immagina questa immensa distesa di sabbia su cui il sole brucia con i suoi artigli di vetro acuminato ed è, per noi lettori, come essere novelli beduini che inseguono miraggi lontani e irraggiungibili. E' la scrittura mirabile di Oz che ci ammalia e ci rapisce come musica dell'anima; lo stile lieve ed elevato solleva la mente in qualche altrove. Nel giorno che muore, si domanda Theo cosa promette l'ultima luce, che cosa ha in serbo; la notte, ma non il nero del buio. Come il chiaro di luna dà luce alla notte che cala, così l'incanto della natura bagliore ai nostri occhi illumina i momenti bui del vivere. Non dire notte.

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