Immagina di non dormire in una notte afosa. Immagina di amare ancora chi ti ha lasciato. Probabilmente ti è già successo. Ma forse, in quella tua notte afosa di desiderio e abbandono, il telefono non ha squillato. E se ha squillato, a chiamarti per nome non è stato il tuo amore. Non importa. Immagina che sia proprio il tuo amore a telefonarti, finalmente, dopo due mesi. Ma non telefona per chiedere perdono. Telefona per dire addio, a te e alla vita. E allora immagina che la tua voce sia un appiglio lungo il precipizio di questo addio. Immagina di capire che c'è un solo modo per ancorare il tuo amore alla vita: parlargli. Parlargli ancora, parlargli sempre. Per tutta una lunga notte d'afa, finché non lo raggiungerai nella sua città al di là di montagne, e gallerie, e ore di macchina e di stanchezza e di insonnia. Resisterai alla spossatezza? Nelle fauci di un tunnel, il segnale cadrà e perderai il tuo amore oppure no? Riuscirai a raggiungerlo in tempo? Intanto corri, parla, riempigli la mente di idee e canzoni e immagini di vita. Corri, parla. E soprattutto: non riattaccare.
L'idea è carina ma lo sviluppo è noioso e poco avvincente, ripetitivo, il finale tristissimo e troppo semplice e scontato. Se qualcuno lo leggesse e non è d'accordo con la mia idea mi piacerebbe sapere come la pensa. Un saluto!
Non riattaccare
Anonimo - 28/11/2005 11:17
3/
5
da una idea originale e avvincente l'autrice non riesce a sviluppare una storia coinvolgente non sappiamo nulla dei protagonisti e del loro rapporto e il finale è intuibile
Anna - 20/04/2006 08:58
Anonimo - 28/11/2005 11:17