Questa è la storia di due donne che diventano amiche. Quanto a esperienze, le divide un oceano. Le lunghe tenebre invernali sono il retaggio di una, il sole cocente quello dell'altra. Dio stesso le separa: la prima crede nella ragione ed è atea, la seconda conduce un dialogo quotidiano con il Signore. Ma queste due donne hanno parecchio in comune: sono divorziate e hanno allevato da sole i propri figli. Ed entrambe riempiono la vita assillandosi inutilmente per quei figli ormai adulti. Inoltre hanno la stessa età: sono vicine ai cinquant'anni. E sanno che è arrivato il momento di perdonare se stesse. Inge, la donna dell'inverno, è svedese e tiene un diario. A volte pensa di aver bisogno di dire le cose che non ha mai avuto il coraggio di dire. Ma non è vero. E' sempre stata senza peli sulla lingua. Mira, la donna del sole, è cilena e non tiene un diario. Le grandi verità non le interessano. La sua vita è stata colmata fino all'orlo dalla necessità di sopravvivere. Sa meglio di molti altri che la gioia e il terrore sono legati alla morte. E per questo tutte le scelte sono importanti. Uno scambio di parole semplici e di timidi sorrisi davanti a una distesa di viole del pensiero, un mare ondeggiante di blu e lilla striato di giallo, come il luccichio del sole tra le onde. Così s'incontrano queste due donne, le cui storie tanto diverse sembrano precludere qualsiasi legame che vada oltre una composta gentilezza. Tuttavia, tra frasi spezzate, confessioni rabbiose e silenzi inquieti, nella loro solitudine riuscirà a far breccia l'amicizia. E in questa nuova, profonda intesa, Inge e Mira troveranno la forza di affrontare ciò che, intimamente, le accomuna, cioè i demoni del passato: la tragica verità sul destino della figlia di Mira, Otilia, sequestrata dai miliziani e mai più rivista; la scoperta di un orribile segreto che riguarda l'ex marito di Inge e le sue due figlie... In un'atmosfera sospesa, in cui costantemente irrompe questo 'passato imperfetto' a [...]
Mi sento quasi "in dovere" di lasciare un breve commento su questo romanzo delicato e ben scritto che narra la genesi e lo sviluppo di un'amicizia sincera, profonda e intensa tra un'insegnante svedese ed un'emigrata cilena in Svezia. Il rapporto tra loro e le rispettive famiglie non è sempre facile ma proprio per questo più interessante dal punto di vista psicologico e intenso. Il libro offre anche un'interessante analisi della mentalità svedese e questo mai in modo didascalico ma sotto forma di scoperta, pagina dopo pagina attraverso le storie, le avventure e i pensieri delle protagoniste.
Passato imperfetto
Anonimo - 19/09/2001 00:00
2/
5
rispetto ai libri precedenti di questa autrice di cui apprezzo sia la vivacità dei personaggi ( pensiamo per esempio alle magnifiche figure delle figlie di hanna)che la capacità di introspezione e di lettura delle figure femminili, in questo libro le due protagoniste si muovono nel loro passato con impaccio, mi sembrano fredde e distanti ( che sia il clima svedese?), mentre più vivaci e spigliate sono delineate le figure dei figli come se rappressentassero la loro parte più matura. interessante comunque lo sviluppo dell'amicizia tutta al femminile di due donne così diverse.
Katiuscia Siddi - 20/05/2013 17:32
Anonimo - 19/09/2001 00:00
rispetto ai libri precedenti di questa autrice di cui apprezzo sia la vivacità dei personaggi ( pensiamo per esempio alle magnifiche figure delle figlie di hanna)che la capacità di introspezione e di lettura delle figure femminili, in questo libro le due protagoniste si muovono nel loro passato con impaccio, mi sembrano fredde e distanti ( che sia il clima svedese?), mentre più vivaci e spigliate sono delineate le figure dei figli come se rappressentassero la loro parte più matura. interessante comunque lo sviluppo dell'amicizia tutta al femminile di due donne così diverse.