In una società sempre più frenetica, in cui il tempo è merce preziosa e tutti vanno di fretta, esistono ancora invisibili osservatori silenziosi - un po' poeti, un po' epicurei - che si concedono il lusso della disinvoltura contemplativa, collezionando "molto proustianamente" tracce, indizi, frammenti della difficile arte di stare al mondo. L'autore, uno sportivo convertito alla metafisica, sa trasformare dettagli apparentemente insignificanti in gemme preziose di sapienza e ironia, offrendoci una prospettiva diversa, non sui massimi sistemi, ma sulle piccole cose del quotidiano che sono la materia prima della vita. Un trattato sul saper vivere, un antidoto efficace e volutamente anacronistico al delirio contemporaneo, al dogma del lavoro, del successo a tutti i costi, alle innumerevoli gabbie con cui soffochiamo la nostra libertà. Intelligenza critica, gusto del dettaglio, humour e, insieme, tenerezza in una carrellata di cronache e ritratti: il professore austriaco giocatore di scacchi, una coppia di inglesi eccentrici, il custode del cimitero di Corfù, il giovane campione di tennis, i pensionati alle prese con i sistemi matematici per vincere alla roulette, la gatta Perdita e Nietzsche, New York e Sils-Maria.