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Il Platone di Heidegger. Dalla «differenza ontologica» alla «svolta» - Pierpaolo Ciccarelli
Il Platone di Heidegger. Dalla «differenza ontologica» alla «svolta» - Pierpaolo Ciccarelli

Il Platone di Heidegger. Dalla «differenza ontologica» alla «svolta»

Pierpaolo Ciccarelli
pubblicato da Il Mulino

Prezzo online:
36,00
Prodotto acquistabile con Carte Cultura, 18App e Carta Docente
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In uno scritto tardo che riproduce una delle sue ultime conferenze, "La fine della filosofia e il compito del pensiero" (1964), Heidegger esordisce: "Il testo che segue rientra in un contesto più ampio. Esso è il tentativo, sempre rinnovato a partire dal 1930, di dare una forma più originaria alla domanda posta con "Essere e tempo". Questo significa sottoporre l'impostazione della domanda in "Essere e tempo" ad una critica immanente. Grazie a ciò dovrà divenire chiaro in che senso la domanda critica, quale sia la cosa del pensiero ("die Sache des Denkens") appartenga - necessariamente e sempre - al pensiero". Un'indicazione, preziosa ed eloquente, riguardo al senso complessivo di un'opera durata oltre trent'anni. Questo libro si propone di seguirla con l'assumere che il 'confronto' di Heidegger con Platone costituisce una 'critica immanente' dell''impostazione' di "Essere e tempo". Collocata entro questa prospettiva teoretica, la lettura heideggeriana del 'mito della caverna' appare come un rigoroso svolgimento filosofico, motivato dalla 'cosa stessa', ovvero dalla necessità di far chiarezza attorno ai nodi teoretici irrisolti dell'analitica esistenziale: ai problemi, cioè, concernenti il fondamento ontico dell'ontologia, la differenza ontologica, la verità ed il suo rapporto con la non-verità. In questo libro, quindi, non si intende affatto istituire un confronto tra Heidegger e Platone. Il confronto è bensì quello - per la filosofia inevitabile - con la 'cosa del pensiero' alla quale Heidegger giunge per il tramite di Platone. Ne risulta la tesi secondo cui la nozione ritenuta abitualmente l'indiscusso caposaldo del pensiero di Heidegger - la 'differenza ontologica' - ha rappresentato in realtà per lui un costante motivo di inquietudine teoretica. Di tale inquietudine è espressione il tema della 'coappartenenza di verità e non-verità' (alétheia) che comincia ad assumere rilievo, per diventare poi predominante, con la cosiddetta 'svolta'. E' questo tema, dunque, l'orizzonte all'interno del quale soltanto i luoghi antropologici heideggeriani più frequentati dalla Heidegger-Forschung - 'storia', 'tecnica', 'arte', 'scienza', 'metafisica', 'politica', 'linguaggio', 'religione' ecc. - possono essere còlti nel loro sfuggente, spesso contraddittorio profilo. Dal libro emerge di conseguenza la proposta di invertire la direzione oggi prevalente negli studi sul filosofo tedesco, di leggere, cioè, non già la filosofia muovendo dalla 'cultura' di Heidegger, bensì la 'cultura' di Heidegger muovendo dalla filosofia. E' la proposta di una 'critica immanente' che - così pare all'autore - rappresenta l'unica possibile fedeltà a quella 'cosa del pensiero' a cui Heidegger stesso ha voluto rimanere fedele.

Dettagli down

Generi Psicologia e Filosofia » Filosofia occidentale e Storia della filosofia » Fenomenologia ed esistenzialismo

Editore Il Mulino

Collana Ist. italiano per gli studi storici

Formato Libro

Pubblicato 01/01/2003

Pagine 342

Lingua Italiano

Isbn o codice id 9788815091253

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