Rifugiato in Valmarecchia da molti anni, Tonino Guerra non ha mai smesso di produrre storie e di colorare il mondo di bellissime immagini vive. "Polvere di sole" è la sintesi della sapienza di uomini antichi, uno sguardo puro e incontaminato sul mondo, una boccata di ossigeno contro l'oppressione della modernità. Nelle favole inedite che il poeta e sceneggiatore ci racconta possiamo recuperare davvero il senso della bellezza originaria dell'umanità. "Polvere di sole" diventa così un vero "presidio di bellezza" contro l'oscurità dello spirito, e la lettura costante di una storia diversa ci aiuterà a resistere agli allarmismi apocalittici del mondo della bruttezza e a muoverci nelle zone più profonde della nostra memoria.
La nostra recensione
Ha appena fatto in tempo a vedere l'uscita di questo suo ultimo libro, prima di concludere la sua fertile stagione terrena, a novantadue anni. Intellettuale anomalo, più vicino al mondo della natura che ai salotti, era noto soprattutto come sceneggiatore di Antonioni e Fellini, ma aveva l'anima di un poeta, e anche le sue ultime prose lo confermano, pervase come sono di una leggerezza che nasce dalla sintonia tra i pensieri e le cose.
Il libro è fatto di pagine sparse che alternano l'ultimo diario dalla Russia, dove aveva conosciuto la seconda moglie e dove spesso tornava con lei, alle storie e alle osservazioni nate in Valmarecchia, dove da tempo si era ritirato, per vivere a contatto con "la bellezza originaria dell'umanità".
Nell'andirivieni dei ricordi non mancano tracce di sofferenze profonde, come la morte della figlia, ma prevale il suo proverbiale ottimismo, volto soprattutto a valorizzare il presente: "Ho un'età che mi permette di raccogliere godimenti misteriosi."
Daniela Pizzagalli