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Rien ne va plus

Antonio Manzini
pubblicato da Sellerio Editore Palermo

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Scompare, letteralmente nel nulla, un furgone portavalori. Era carico di quasi tre milioni, le entrate del casinò di Saint-Vincent. Le dichiarazioni di una delle guardie, lasciata stordita sul terreno, mettono in moto delle indagini abbastanza rutinarie per rapina. Ma nell'intuizione del vicequestore Rocco Schiavone c'è qualcosa - lui la chiama «odore» - che non si incastra, qualcosa che a sorpresa collega tutto a un caso precedente che continua a rodergli dentro. «Doveva ricominciare daccapo, l'omicidio del ragioniere Favre aspettava ancora un mandante e forse c'era un dettaglio, un odore che non aveva percepito». Contro il parere dei capi della questura e della procura che vorrebbero libero il campo per un'inchiesta più altisonante, inizia così a macinare indizi verso una verità che come al solito nella sua esperienza pone interrogativi esistenziali pesanti. Il suo metodo è molto oltre l'ortodossia di un funzionario ben pettinato, e la sua vita è piena di complicazioni e contraddizioni. Forse per un represso desiderio di paternità, il rapporto con il giovane Gabriele, suo vicino di casa solitario, è sempre più vincolante. Lupa «la cucciolona» si è installata stabilmente nella sua giornata. Ma le ombre del passato si addensano sempre più minacciose: la morte del killer Baiocchi, assassino della moglie Marina, e il suo cadavere mai ritrovato; la precisa, verificata sensazione di essere sotto la lente dei servizi, per motivi ignoti. Sembra che in questo romanzo molti nodi vengano al pettine, i segreti e i misteri; ed in effetti, intrecciate al filone principale, varie storie si svolgono. Così come si articolano le vicende personali (amori, vizi, sogni) che sfaccettano tutti gli sgarrupati collaboratori in questura di Rocco. Una complessità e una ricchezza che danno la prova che Antonio Manzini si proietta oltre il romanzo poliziesco, verso una più universale rappresentazione della vita sociale e soprattutto di quella psicologica e morale. Ed è così che il personaggio Rocco Schiavone, con il suo modo contorto di essere appassionato, con il suo modo di soffrire, di chiedere affetto, è destinato a restare impresso nella memoria dei suoi lettori.

Dettagli down

Generi Gialli Noir e Avventura » Gialli, mistery e noir , Romanzi e Letterature » Gialli, mistery e noir

Editore Sellerio Editore Palermo

Collana La memoria

Formato Brossura

Pubblicato 10/01/2019

Pagine 310

Lingua Italiano

Isbn o codice id 9788838938924

1 recensioni dei lettori  media voto 4  su  5
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Rien ne va plus renzo.montagnoli1

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voto 4 su 5 Il croupier, per regolare i tempi delle puntate nel gioco della roulette, scandisce la famosa frase faites vos jeux. Les jeux sont faits. Rien ne va plus, cioè fate i vostri giochi. I giochi sono fatti. Niente va più.  E il titolo usato da Antonio Manzini per questo nuovo romanzo con protagonista il vice questore Rocco Schiavone è veramente azzeccato, perché da un lato richiama lambientazione, che è quella del Casinò di Saint-Vincent, e dallaltro fa emergere i nodi che arrivano al pettine per lomicidio commesso dallo stesso poliziotto del fratello di Ettore Baiocchi, che in carcere medita la sua vendetta e ha chiesto di parlare con il giudice Baldi. La trama nuova - non è forse nemmeno il caso di dirlo - è quella principale ed è relativa alle indagini avviate a seguito della scomparsa del furgone trasporta valori con dentro gli incassi del Casinò pari alla bella somma di tre milioni di Euro. Scomparso il mezzo, scomparsi pure i due addetti, di cui poi uno trovato in alta montagna, in mezzo alla neve, in stato di semi incoscienza perché gli hanno iniettato una droga e laltro più sfortunato, steso sulla riva di un torrente, con un foro di proiettile in mezzo alla fronte. Come se non bastasse, a complicare le cose, cè la vita disordinata di Rocco, che di certo non è un esempio da imitare, ma che ha dalla sua il particolare pregio di risolvere tutti i casi che gli vengono affidati. Ritroviamo anche la sua squadra, tutti personaggi di contorno così caratteristici e ben descritti al punto di far sorgere unimmediata empatia con il lettore. E latmosfera è la solita, non quella che ci si aspetterebbe da una località alpina come Aosta, ma più simile a quella di una metropoli come Milano, con pioggia monotona e diffusa che si alterna a neve umida e sporca, o addirittura con giornate caliginose. Non cè da meravigliarsi quindi se lo stato danimo di Schiavone non è dei più allegri, tanto più che gli si continua a ripresentare la moglie morta, a cui confida i suoi patimenti, le sue preoccupazione, le parla come se fosse davanti a lui, come se lei potesse ascoltarlo e consigliarlo. Manzini ha creato un personaggio indubbiamente complesso, ma è questa sua caratteristica che, distinguendolo da tutti gli altri investigatori, lo rende simpatico al pubblico dei lettori. Qualche volta, data la contemporaneità di due trame, si tende a perdere il filo del discorso, ma non cè da preoccuparsi, perché è sufficiente chiudere gli occhi per un paio di minuti per potersi raccapezzare. Non mancano poi il ritmo e la suspense, ed ecco allora spiegato il successo di questi romanzi, peraltro in parte con una trasposizione cinematografica che non ho mai avuto occasione di vedere, ma che amici del cui giudizio mi fido assicurano essere film molto belli, addirittura migliori dei romanzi da cui sono tratti. La lettura è senzaltro consigliata.

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