L'opera, scritta nel 1873, fu composta e stampata in russo a Zurigo da un gruppo di giovani fuorusciti o evasi dalla Russia; pubblicata senza il nome dell'autore, fu poi distribuita clandestinamente nel 1874, in territorio russo e diffusa tra gli studenti. Il libro passò ben presto di mano in mano e, con il fascino del proibito, finì con l'esercitare un'influenza notevolissima sul pensiero della gioventù rivoluzionaria e simboleggiò, in quegli anni, ai loro occhi, la rivoluzione stessa. Introduzione di Maurizio Maggiani.
Contro ogni forma di potere nelle mani di pochi, Bakunin sostiene che le decisioni del popolo provengano dal basso verso l'alto, inoltre dichiara che le masse popolari serbano in se' i caratteri della rivoluzione che sfociando in un'organizzazione collettiva provvederanno attraverso un'azione violenta ad abolire e distruggere l'unico vero mezzo di sfruttamento di tuttii i popoli, lo Stato, raggiungendo cosi' la vera emancipazione sociale.Con questo scritto, oltre ad entrare nel gota dei grandi pensatori politici, Bakunin ci invita a riflettere sul ruolo delle classi privilegiate,(ossia il potere in mano a pochi esercitato sui tanti), dominando sempre dall'alto i popoli, curando solo ed esclusivamente i loro interessi.Un tema ricorrente in tutte le epoche storiche ed attualissimo, vista la crisi politica ed istituzionale che stiamo attraversando.Una lettura consigliata per chi vuole capire fino in fondo la visione anarchica della societa'.
conv87 - 09/03/2014 20:16