Nelle tribù australiane (e il fenomeno è analogo presso tutti i popoli primitivi) "totem" è l'animale sacro, il progenitore e lo spirito protettore del clan. Ucciderlo è delitto gravissimo: è "tabù". Tuttavia il tabù non ha per oggetto il solo totem. Esso si estende anche alle donne, che non possono avere rapporti sessuali con membri dello stesso clan (esogamia); difende con una cortina invisibile i re, i sacerdoti, i morti... Nella civiltà moderna il corrispettivo di questo atteggiamento sono le fobie, presenti in particolare nelle nevrosi ossessive, anch'esse circondate da un complesso cerimoniale che è frutto di coazione. Freud aveva appreso attraverso casi celebri, come quelli del "piccolo Hans" e del "piccolo Arpad", qual è il significato inconscio degli animali nella psiche infantile. Nella psiche del primitivo, il totem ricopre un ruolo analogo: è l'immagine del padre, centro dei sentimenti ambivalenti di odio e amore. Come oggetto di venerazione, il totem restituisce al padre l'affetto dei figli, mentre il tabù lo difende dai loro impulsi aggressivi. Nel compiere a ritroso il cammino che dal totemismo sfocia nella religione, Freud si imbatte una volta ancora nelle due figure centrali del complesso edipico: il padre, amato e insieme pericoloso concorrente nell'affetto della madre, e quest'ultima, oggetto di una passione filiale che si pone come esclusiva. In questo senso Freud potè dire che la religione è "qualcosa che appartiene al figlio".