"Tutto ciò che sono" è il romanzo di quattro giovani irriducibili che hanno rischiato la vita per allertare il mondo sul pericolo rappresentato da Hitler. Ruth, i cui ricordi hanno la potenza del sogno, Ernst, il leader-artista, la coscienza di un'epoca, Hans, fragile e combattuto, e soprattutto Dora, Dora Fabian, un'affascinantissima eroina della Resistenza antinazista, fino a oggi del tutto sconosciuta, una donna moderna, libera e consapevole, così coraggiosa da non riuscire a salvare se stessa. La loro storia è l'emblema della lotta per la libertà di amare, di vivere, di immaginarsi un futuro. Un romanzo di amore, sacrificio e tradimento, una storia incalzante, tragicamente vera, attenta ai dettagli, profondamente intrisa di paura, tristezza, rabbia e ricordi avvolti dalla nostalgia.
La nostra recensione
Una storia vera ambientata in Germania a partire dall'ascesa di Hitler al potere, quando un gruppo di giovani marxisti riuniti attorno alla carismatica figura di una donna ebrea, Dora Fabian, cercò di allertare l'Europa del pericolo incombente, prima da Berlino, poi da rifugiati a Parigi e a Londra, finché le loro voci furono spente con violenza dalla longa manus del nazismo.
Nel romanzo si alternano vari livelli temporali, fino ai giorni nostri, e due voci, appartenenti a personaggi realmente vissuti: quella della cugina di Dora, Ruth Wesemann, ultranovantenne ricoverata in una clinica australiana e ancora perseguitata dagli incubi del passato, e quella di Ernst Toller, mentore e amante di Dora, che la ricorda nel 1939, dopo l'assassinio di lei, mascherato da suicidio.
Ricco di suspense come nei migliori romanzi di spionaggio, è un libro da leggere come un'avventura dell'intelletto, in bilico sul filo della storia, oscillando tra ideali esaltanti e passioni abissali.
Daniela Pizzagalli