L'ucronìa non è altro che ripercorrere con la mente i possibili risultati di una scelta alternativa, che siano essi positivi o negativi. Essa è spesso collegata al rimpianto di non aver intrapreso una determinata strada a causa di forze maggiori o per troppa negligenza, o ancora l'ucronìa può essere connessa con la semplice curiosità di conoscere le possibili varianti del nostro percorso. Il "se" è ciò che caratterizza l'ucronìa ed è la congiunzione che induce l'uomo a riflettere e a pensare. Nella profondità del proprio animo ogni essere racchiude milioni di domande a cui spesso non riesce a dare una risposta e molte di queste iniziano proprio con un se: "se fossi stato...", "se fossi andato...", "se avessi scelto...". Milioni di Ucronìe.
In un'epoca frenetica come la nostra, dove ci viene - più o meno esplicitamente - chiesto di produrre e consumare fino all'alienazione, perdersi nelle riflessioni può sembrare un vizio, un capriccio da adolescente lunatica, un sospiro da grigio impiegato prossimo alla pensione, magari in un arrogante venerdì di aprile
Se anche fosse, ignorare certe riflessioni non è solo inutile e dannoso; è impossibile.
I ricordi trovano sempre il modo di irrompere nel nostro presente, accompagnati dai rimorsi, dai rimpianti e dagli infiniti scenari che inevitabilmente seguono.
Lo sa bene Sergio Mario Ottaiano, che nel suo "un'ucronìa" tenta di rispondere ad una domanda che ogni uomo si pone almeno una volta nella vita: cosa sarebbe successo se...? La risposta, multiforme, non può che caricarsi di malinconia, tristezza, disperazione; un viaggio nei meandri più oscuri del nostro io che arriva a lambire la morte, che forse la supera. Un viaggio che è un'esigenza, che somiglia - da molto lontano - ad un atto quasi autoerotico, che, comunque vada, regala a chi lo compie una rinnovata coscienza di sé.
Più che discreta la prima prova del giovane scrittore napoletano. Le premesse, si capisce, sono ambiziose, e forse è impossibile trasformare in bellezza TUTTO l'orrore e lo squallore dei rimpianti. Disseminate qua e là delle perle che sarebbero più godibili se libere da un tono un po' pretenzioso (invero funzionale all'architettura del racconto) che si stempera solo nel finale.
Un libro da leggere in gioventù, da rileggere nella maturità
Un'Ucronìa
marina_montano - 09/06/2014 00:27
5/
5
Avevo dimenticato il voto! Sorry!
Un'Ucronìa
marina_montano - 09/06/2014 00:26
3/
5
UnUcronia, di Sergio Mario Ottaiano per i tipi di Genesi Editrice, mostra subito la ricca e stratificata cultura dellautore a dispetto della giovanissima età. E un breve romanzo di formazione, dove la disperazione fa da cornice a momenti autentici: la lettera, di ortisiana memoria con picco (?) autobiografico; lespediente letterario dellincontro con Sabin, cioè con la possibilità di un amore che mette a nudo lincapacità damore del protagonista, uomo moderno bloccato, paralizzato secondo il modello joyciano, inetto nei confronti della vita, secondo il modello sveviano. Lincapacità di vivere le emozioni era già stata dichiarata, del resto, apertamente a pag. 37 Stai bruciando ragazzo, stai ardendo di emozioni, passioni e sogni repressi, lascia che divampino.
Lautore, figlio del suo tempo, è stato capace di creare un personaggio che, avulso dal contesto in cui vive, potrebbe essere immerso in Norvegian wood. Tokyo blues, di Murakami Haruki, fornendogli uno sfondo metropolitano giapponese per il ritmo convulso del pensiero.
Il ritmo narrativo, definito dal contrappunto delleternità a ogni fine capitolo- mai più (prol); non è andata così (c.I); oblio (II-III); buio (IV-V)-si risolve solo nellepilogo, con il dipinto della nave, metafora del viaggio della vita e soprattutto del nostòs dellUlisse omerico a Itaca: il protagonista trova il suo spazio in questa dimensione e mostra la via al suo inventore.
Agathé tùche!
Un'Ucronìa
ilycozzi93 - 04/06/2014 20:49
5/
5
Un libro davvero utile
Un'Ucronìa
maddalena.venuso - 24/04/2014 16:07
5/
5
Il "se" che ci accompagna milioni di volte nella nostra vita. Un "se" che Sergio Ottaiano analizza con la lucida consapevolezza di chi beve la vita a lunghi, intensi sorsi, senza censurare il lato oscuro delle decisioni importanti, ma sempre illuminandole con la luce di una fiammella di speranza. Nell'inatteso finale, la fiammella si fa luce piena, la vita esplode in tutta la sua forza. Una scrittura incisiva, una prima prova decisamente riuscita. Echi di grande letteratura, originalità di pensiero per una penna che crediamo ci regalerà altre piacevoli sorprese. Lo consiglio a tutti.
Un'Ucronìa
maddalena.venuso - 21/04/2014 11:33
5/
5
Il "se" che ci accompagna milioni di volte nella nostra vita. Un "se" che Sergio Ottaiano analizza con la lucida consapevolezza di chi beve la vita a lunghi, intensi sorsi, senza censurare il lato oscuro delle decisioni importanti, ma sempre illuminandole con la luce di una fiammella di speranza. Nell'inatteso finale, la fiammella si fa luce piena, la vita esplode in tutta la sua forza. Una scrittura incisiva, una prima prova decisamente riuscita. Echi di grande letteratura, originalità di pensiero per una penna che crediamo ci regalerà altre piacevoli sorprese. Lo consiglio a tutti.
Antonio Rega - 19/06/2014 12:52
marina_montano - 09/06/2014 00:27
marina_montano - 09/06/2014 00:26
ilycozzi93 - 04/06/2014 20:49
maddalena.venuso - 24/04/2014 16:07
maddalena.venuso - 21/04/2014 11:33