Un lucido e appassionato interrogarsi sull'uomo, sulla sua storia, sul suo destino, con la disposizione d'animo di chi non ha risposte già pronte, ma vuole capire scavando nel cuore delle cose: l'itinerario professionale di Sergio Zavoli è lì a testimoniare di un lungo e coerente lavoro, affrontato con civile impegno e franco accento morale, e oggi giunto ad altri strumenti espressivi, quelli propri della poesia, che rappresentano il naturale sviluppo di quel lavoro con altri moduli, su altri registri. Questo suo nuovo libro riuscirà dunque sorprendente solo a chi non abbia colto nello Zavoli scrittore, giornalista e saggista gli echi di una raffinata quanto discreta frequentazione del nostro Novecento letterario, che ora diventa esigenza di rappresentazione e confronto diretto: anzitutto con se stesso, con la propria storia personale, con le proprie radici affondate nelle terre che si stendono intorno a Ravenna e Rimini, ma più in generale con una verità umana approfondita in tanti anni di ascolto e, appunto, di "cauto guardare". Da qui nasce la necessità del libro, per l'autore e per i lettori, che vi troveranno come la consuetudine a un dialogo iniziato prima, e altrove. Scrive nella sua Nota Carlo Bo: "Timidamente ci presenta ora il libro maiuscolo della sua storia, lunga e appassionata storia di stimolatore di coscienze e di intelligenze. Con una differenza in più che testimnia la sua onestà: tanto è comprensivo e aperto verso gli altri, tanto è severo o addirittura duro con se stesso. Per questo dicevamo che la partita è grossa, così come il testo non è divagazione, tanto meno una prova di abilità o peggio un vanto, una medaglia da aggiungere allo scudo".