Una nuova schiera di atei, devoti alla scienza quanto gli antichi profeti erano accesi dal loro Signore, ha lanciato una fervida crociata contro la religione, considerata madre di antiche superstizioni e di nuovi fondamentalismi, e dunque causa di molti tra i mali del mondo attuale. Le cose, però, non sono così semplici, come ci spiega con umanità e pazienza l'angelo custode di Charles Darwin, a cui presta le parole John Cornwell. Perché la scienza - comprese la teoria dell'evoluzione e quella del Big Bang - non può spiegare tutto. Perché la religione risponde a un bisogno di senso che la sola ragione non riesce a soddisfare. Perché coloro che credono in Dio non sono tutti fanatici assetati di sangue, ma anzi sono spesso testimoni dei valori del dubbio, della solidarietà e del dialogo. Confutando con prosa pacata e comprensiva le invettive di chi crede che Dio sia solo una pericolosa illusione, l'angelo di Darwin (e ora custode di alcuni suoi moderni seguaci, come Richard Dawkins) ci aiuta a riflettere sul nostro bisogno di trascendenza e bellezza - e dunque su noi stessi.