Ancora una disgregazione familiare, narrata da una pluralità di voci che esprimono l'angoscia di vivere, la mediocrità dei giorni, la pena dell'invecchiamento e il dolore di affrontare il mondo così com'è. I membri di una famiglia in disfacimento si muovono nella Lisbona dei giorni nostri al ritmo della musica di Carlos Gardel, l'idolo del tango, che diventa il simbolo della morte di una generazione e dei suoi sentimenti. Alvaro è un ammiratore ossessivo di Carlos Gardel e vive immerso in un mondo di suoni inaccessibile agli altri. Sua moglie Claudia lo ha da tempo abbandonato, il figlio Nuno va a pernottare ogni tanto da lui quando la madre vuole stare da sola con il nuovo compagno. Il ragazzo non prova un vero affetto per il padre ed è divorato dalla gelosia nei confronti della madre. La sua infelicità lo porta infine alleroina ed è attorno al suo letto in ospedale che si riunisce la famiglia. Ma la morte di Nuno non cambia niente e per Alvaro, sempre più solo nel suo rifiuto del mondo, Carlos Gardel diventa l'unica presenza viva. António Lobo Antunes, una tra le voci più apprezzate della letteratura mondiale, compie in questa sua opera un'altra emozionante incursione nella psiche dei non amati: "La sua intera opera è uno sconvolgente esperimento mentale, la cui formidabile ripetizione elimina i confini del tempo e della persona". ("Frankfurter Allgemeine Zeitung")