L'Italia investe appena l'1% del Pil nella ricerca (solo Grecia e Portogallo fanno peggio), i ricercatori hanno un'età media superiore a 50 anni e spesso non ricercano affatto perché devono sobbarcarsi l'insegnamento universitario al posto dei soliti baroni. I risultati si vedono: le aziende non credono e non investono nella ricerca universitaria e i cervelli fuggono all'estero sempre più in fretta. Colpa dello Stato, certo, che non spende e rallenta con un'inutile burocrazia, ma colpa anche della Chiesa che in un Paese presunto laico si arroga il diritto di decidere l'eticità dei campi di indagine (ultimi casi eclatanti: le cellule staminali e la procreazione assistita). Ma così l'Italia resta al palo e rischiamo di perdere le nostre poche punte di eccellenza.
La nostra recensione
Dotata della lungimiranza di chi, per più della metà della sua vita, ha guardato lontano, tra le galassie e i pianeti sconosciuti ai molti, ma tenendo sempre i piedi ben piantati per terra, la celebre astrofisica Margherita Hack prende la parola. Con il piglio deciso e traboccante di passione che la caratterizza, la professoressa Hack si ribella all'indolenza e alla rassegnazione di un'Italia che, invece di crescere in capacità e cultura sembra stia tornando indietro nell'oscurità di un dogmatismo religioso e di uno Stato incapace di progredire.
Istruzione, ricerca e progresso scientifico: sono questi gli argomenti affrontati in Libera chiesa in libero stato, un pamphlet combattivo che, metodo scientifico alla mano, ci restituisce una precisa ed impietosa analisi sui mali della non ricerca in Italia. Dalla fuga di cervelli a riforme scolastiche inutili se non dannose, dallo spreco di risorse a una labirintica burocrazia che paralizza lo sviluppo, la Hack punta dritta alla radice del problema sottolineando le ingerenze del Vaticano che, in un Paese presunto laico, si arroga il diritto di decidere l'eticità dei campi di indagine.
Perché senza ricerca scientifica non c'è innovazione né progresso e senza libertà non è possibile svolgere alcuna ricerca: "Vorrei che la ricerca scientifica fosse libera, in uno Stato davvero laico, senza i veti e i condizionamenti imposti dalla Chiesa". È su queste basi che la Hack non si limita ad analizzare e a criticare l'attuale situazione italiana, ma anche a proporre buone idee di miglioramento scolastico. Perché, nonostante la diffidenza tutta italiana contro la scienza che, da Croce e Gentile in poi, è stata retrocessa a sapere puramente tecnico senza dignità culturale, l'Italia è un paese che ha saputo e sa ancora fare buonissima ricerca. E questa deve essere la via per uno Stato moderno e innovativo.