"Il cuore di Baudelaire era ""ardente come un vulcano"". Tutte le maledizioni, le bestemmie, i lamenti, le estasi, i gridi e i ""Te Deum"" pronunciati dagli uomini vi piombano sordamente, lo sconvolgono, vi suscitano tempeste di fiamma. Tutte le sensazioni che il suo organismo finissimo raccoglieva cadono nel suo cuore e vi risuonano, simili a un'eco ripetuta da mille labirinti. Nessuno strumento umano può eguagliare questa cassa di risonanza. Ma nel cuore ardente era, al tempo stesso, ""profondo come il vuoto"": una cavità immensa, una voragine illimitata, che conduceva verso il culmine del cielo e verso gli ultimi gironi dell'inferno. Egualmente senza limiti, i suoi sentimenti si abbandonano, si gettano perdutamente in questo dubbio abisso, smarrendosi nello spaventoso infinito. Come dar loro una consistenza e un nome? Come arrestare questo terribile istinto di fuga? Dietro ogni azione, ogni sogno, ogni desiderio, ogni parola di Baudelaire, si spalanca un baratro, che nega e rende vano tutto quanto viene sentito e affermato. Le cose solide si fluidificano: i liquidi diventano gas... Nessun poeta, forse, possiede insieme questa dilatazione. Nessuno, quindi, riesce a coinvolgerci così profondamente nella sua sorte. Questa nuova traduzione di Baudelaire di Luciana Frezza è accompagnata dal primo commento alle ""Fleurs du Mal"" che sia apparso in Italia. Precede un'introduzione di Giovanni Macchia. Edizione con testo a fronte."