I sogni di un visionario spiegati coi sogni della metafisica

"Curiose notizie circolavano a Konigsberg intorno al 1760 circa le facoltà divinatorie di un dotto svedese, Emanuel Swedenborg, da scienziato fattosi visionario e autore di massicci volumi sopra le sue comunicazioni con gli angeli e gli spiriti. Sollecitato di un parere dai suoi concittadini (tra i quali spicca una nobile e colta giovinetta), Kant pubblica questo ironico saggio in 'stile popolare' traendone occasione per una disamina circa la legittimità della conoscenza metafisica. Non risparmia filosofi famosi come Wolf e Crusius, e non manca di censurare ironicamente anche se stesso per la propria confessata inclinazione a improbabili esercizi mentali. Ne risulta un pamphlet insieme speculativo e satirico, ricco di estro e di fantasia, il più brillante dei suoi scritti precritici, ma anche il primo suo esperimento di un processo alle pretese della ragione. Per paradossale che sembri, la provocazione di Swedenborg risulta poco meno efficace di quella di Hume nel sollecitare il pensiero originale di Kant. Su basi empiriche, non ancora filosofiche, questo divertimento polemico anticipa in modo singolare taluni motivi del suo futuro pensiero sistematico, al punto che non si può intendere completamente lo spirito della ""Critica della Ragion Pura"" senza aver letto queste pagine."

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