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L'arte di conoscere se stessi

Arthur Schopenhauer
pubblicato da Adelphi

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Prodotto acquistabile con Carte Cultura, 18App e Carta Docente

Ad amici e seguaci Schopenhauer non aveva nascosto l'esistenza di un vademecum gelosamente custodito che era solito chiamare "Eis heauton". Dopo la sua morte molti tentarono di ritrovare quelle preziose carte. L'esecutore testamentario, Wilhelm von Gwinner, dichiarò di averle distrutte per volontà dello stesso Schopenhauer. In realtà, prima di ricorrere al fuoco, le aveva utilizzate per scrivere una biografia del filosofo nella quale gli specialisti non tardarono a riconoscere passi, letteralmente citati, tratti da quelle pagine inedite, tanto che fu possibile ricostruire per congettura il testo originale. Questo libro segreto consisteva probabilmente in una trentina di fogli fitti di annotazioni autobiografiche, ricordi, riflessioni, massime, citazioni.

Dettagli down

Generi Psicologia e Filosofia » Filosofia occidentale e Storia della filosofia » Filosofia occidentale: dal 1600 al 1900

Editore Adelphi

Collana Piccola biblioteca Adelphi

Formato Brossura

Pubblicato 23/04/2003

Pagine 128

Lingua Italiano

Isbn o codice id 9788845917721

Curatore F. Volpi

3 recensioni dei lettori  media voto 4  su  5
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L'arte di conoscere se stessi nicola_iodice

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voto 5 su 5 L'ho riletto 1000 e 1000 volte, c'era da aspettarselo da un grande come Schopenhauer. Consigliato.
L'arte di conoscere se stessi

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voto 5 su 5 I testi presenti in questo libro dopo un lungo travaglio furono pubblicati. Pensieri intimi di un filosofo come Arthur Schopenhauer, pensieri che fanno conoscere più in profondità l'autore, conosciuto come pessimista, ma così simile ad ogni uomo. Un libro da leggere.
L'arte di conoscere se stessi

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voto 3 su 5 Il padre della metafisica del pessimismo (Arthur Schopenhauer, Danzica 1788 - 1860) custodiva gelosamente un taccuino in cui, nel corso della sua vita, aveva annotato brevi riflessioni, citazioni a lui consone e note esistenziali su come porre il proprio ego nei confronti dell'altro e della vita. Dopo numerose vicissitudini dovute in larga parte alla responsabilità del custode testamentario che trafugò e negò l'esistenza di questo, per la prima volta proposto in lingua italiana, in un percorso cronologico e filologico abbastanza preciso, abbiamo la possibilità di confrontarci con le ultime pillole di saggezza del filosofo polacco. Dalla presa di coscienza avvenuta in giovane età del ruolo e della responsabilità cui andava incontro, studio e isolamento dalla massa, applicazione e discernimento dei principi morali che determinano il modus vivendi e operandi dell'individuo, alla fredda e razionale constatazione, grazie alla sua invidiabile conoscenza della cultura classica, che per arrivare ad ottenere non felicità(cosa peraltro mai nominata dallo studioso perchè irraggiungibile), non serenità, ma tranquilla e stoica saggezza, nella consapevolezza di ciò che ci circonda, è necessario coltivare e nutrire come una piccola pianta appena nata, l'educazione spirituale e il tempo libero, l'ozio, a tutti concesso in forme e tempi diversi. L'uomo intellettuale anteposto all'individuo. Tra le citazioni più significative, oltre alla sostanziale comunanza di vedute con l'unico contemporaneo citato (Johann Wolfgan Goethe), Aristotele, Cicerone, Francis Bacon Shakespeare, Giordano Bruno. Conoscere se stessi prima di tutto, senza indulgere in un esercizio introspettivo possibile generatore di misantropia, se non addirittura misoginia. Narciso insegna, chi impiega le proprie forze, energie solo su di sé non può che rimanere prigioniero della propria immagine, senza riuscire a entrare in rapporto con la realtà che lo circonda. ''Gli uomini con i quali vivo possono essere nulla per me. Perciò il mio massimo godimento nella vita sono i monumenti, i pensieri tramandati di esseri simili a me, che un tempo si sono affannati, come me, tra quelli. La loro lettera morta mi parla in un tono più familiare che non la viva esistenza dei bipedi'' Parole profetiche da parte di un pensatore ignorato e disprezzato fin dagli esordi, a vantaggio di Hegel, vero e proprio dominus intellettuale dell'epoca. Solo la morte darà giustizia e verità ad un filosofo di seminale importanza, fondamento della filosofia moderna, a cominciare da ''Il mondo come volontà e rappresentazione'' (1819), testo imprescindibile per chi voglia accostarsi a concezioni e temi filosofici essenziali per la profondità e la modernità dei suoi contenuti.

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