Nel romanzo, scritto in anni in cui questi temi e queste realtà venivano generalmente schivati, Burroughs offre il racconto allucinato dell'inferno di un tossico. Lacerato tra la necessità impellente della "roba" e il richiamo molesto della carne, braccato da polizia e spacciatori, Lee, il suo Doppio, trascorre le giornate in sordidi luoghi pervasi dai miasmi del corpo e dalle fobie della mente. Scavando nelle proprie ferite con l'acume della paranoia e un'acrobatica inventiva stilistica, Burroughs tratteggia un ritratto dell'America all'acido fenico, un ritratto cui la vita quotidiana ha tentato con gli anni di adeguarsi.
... certo è che la delusione non tarda mai ad arrivare: prima o poi la provi ! Di libri sulla beatgeneration (e di scrittori beat) ne ho letti (Kerouac, Ferlinghetti, Corso, Miller, Ginsberg, ecc.). Mai nessun libro mi è sembrato così pesante ed estenuante come questo: pesante perchè ripetitivo (cloni di situazioni omosex !, estenuante perchè il cut-up qui è solo ... montaggio casuale vero e proprio. Sfido chiunque, poi, a non avere degli "sprazzi di allucinata poetica" se sei sotto l'effetto di efedrina o mescalina o peyote o LSD e quant'altre pasticche o polveri si voglia ... voglio dire che questa è una bella collezione di pagine piene di sconcerie all'acido lisergico !! Leggetevi "Sterminatore" o "La febbre del ragno rosso" o "È arrivato Ah Pook" o "Interzona" dello stesso Autore e poi ditemi dov'è la genialità de "Il pasto nudo": era meglio il titolo originale "La nuda lussuria", esprime alla perfezione il "contenuto" (ma a me pare che regni il ... "vuoto spinto") di questo ... libro (?) !!
haccra - 20/05/2013 16:22